| home |       
         | Dibattito Salò "Io difendo Ciampi" di Rosario Bentivegna Si parla troppo di Guerra Civile, quando si parla di Resistenza, che ha
        dato invece largo spazio a una orgogliosa e possente "guerra di Liberazione
        Nazionale", così come hanno dovuto riconoscere più volte i rappresentanti politici
        e militari del 3° Reich  cito per tutti le Memorie di Guerra del Mar. Kesselring,
        comandante delle forze tedesche di occupazione in Italia. Certo, cè stata anche "la" guerra civile, per la
        responsabilità di chi si schierò, con il governo collaborazionista di Salò, dalla parte
        degli occupatori nazisti, contro gli interessi del popolo italiano e malgrado le
        indicazioni pur ambigue del Governo del re e dello Stato Maggiore dellEsercito. Furono tuttavia ufficiali e soldati dellEsercito e della Marina
        ad aprire con luminosi episodi la nostra guerra di riscatto, sostenuti dalla stragrande
        maggioranza degli italiani. Altro che "zona grigia", così cara a tutti i revisionismi
        della vulgata antipartigiana, cara soprattutto ad alcuni vecchi e neo-attendisti che
        talvolta si professano anche di sinistra; da questa cosiddetta "zona grigia" si
        sviluppò anzi, e subito, un movimento imponente di donne e uomini di ogni condizione
        sociale, che si prodigarono in vari modi nella Resistenza e nella solidarietà verso i
        duecentomila che avevano scelto la terribile strada della guerra partigiana e che poi,
        nelle zone che a mano a mano venivano liberate, entravano a far parte del risorto Esercito
        dellItalia democratica. Una cosa non posso sottacere: Apprezzo sinceramente la nuova formula de LUnità, a parte
        alcuni marchiani errori, nei titoli e nei pezzi che li sottendono, quando si parla di
        "storia" recente. Non riesco a capire, tuttavia, perché il giornale abbia aperto nei
        giorni scorsi una dura, incomprensibilmente esasperata polemica contro il Presidente
        Ciampi, malgrado le prese di posizione di qualche dirigente dei DS e la lettera del
        Presidente dellANPI romana Massimo Rendina. Lantifascismo, a mio avviso, va inteso come valore permanente e
        fondante di una società democratica di liberi e di eguali. Non cè coerenza tra
        lantifascismo e la violenta requisitoria contro il Presidente Ciampi, di cui
        allarticolo di Tabucchi, e nei rigurgiti fondamentalisti che lo hanno accompagnato
        con diecine di lettere scelte in prevalenza tra quelle che più si avvicinavano al
        "modello".  Non cè coerenza tra lantifascismo e lodio cieco,
        inestinguibile, che assedia ancora le menti di tanti "antifascisti" e che li
        porta  in buona fede, ne sono certo - a stravolgere il significato di parole e di
        concetti che, chiari e corretti, per fortuna nostra prendono decisamente le distanze dalle
        irrazionali giagulatorie di una religione assatanata dalle sbavature di un odio disumano,
        di cui possono essere capaci soltanto i nazisti o i "fascisti smarriti" delle
        brigate rosse e i loro più o meno consapevoli fiancheggiatori. Qui non si tratta di "buonismo", come viene ironicamente
        affermato da taluni; non siamo "anime belle", "pacifisti", "non
        violenti", ecc.: ci siamo impegnati nella Guerra di Liberazione Nazionale (esistono
        le "guerre giuste", compagni!) che ha turbato le coscienze di quelli che
        lhanno effettivamente fatta, come capita in tutte le guerre a uomini e donne 
        ragazzi e ragazze  onesti e pacifici (pacifici, ripeto, non "pacifisti"),
        e di cui comunque siamo orgogliosi di essere stati nel corso di essa combattenti
        determinati e di continuare ad essere militanti schierati contro il fascismo e i suoi
        rigurgiti, anche se si nascondono dietro vessilli di altro colore, perfino rosso, come
        quello di Hitler o delle "brigate rosse", che qualche imbecille ha chiamato
        "compagni che sbagliano", e qualche altro ha riconosciuto "nel suo album di
        famiglia". "Che centra Karl Marx con Pol Pot?" titolava di recente
        Aurelio Lepre un suo pamphlet . La Resistenza  la Guerra di Liberazione Nazionale, incise Piero
        Calamandrei sulla nota stele di Aosta, è stata "...un patto giurato / tra uomini liberi / che volontari si
        unirono / per dignità, non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il
        terrore del mondo" Questo è, è stato e sarà lantifascismo che abbiamo sempre
        concepito. La nostra non è stata un "epica" ma una presa di
        coscienza. Malgrado la nostra ardimentosa giovinezza: noi non eravamo dei
        "fanatici", dei fondamentalisti, non andavamo "A cercar la bella
        morte", come ha scritto con ironia autocritica uno di "loro".  A parte lorrore che ci hanno sempre provocato i kamikaze,
        giapponesi, musulmani o altro che siano. Altro è stato il sacrificio  umano, eroico, dignitoso e
        commosso, volontariamente affrontato da parte di chi è stato sempre cosciente della
        propria fragile vulnerabilità  dei nostri compagni torturati, assassinati,
        massacrati perché avevano scelto di combattere in difesa della "gioia di
        vivere", della loro e della nostra dignità, dellamore, della speranza, del
        futuro, dei figli che avrebbero avuto se avessero potuto riportare la pelle a casa. Negli stessi giorni in cui imperversava sullUnità la bufera
        Ciampi, Il "Corriere della Sera" ha dato notizia che un magistrato
        italiano ha riconosciuto colpevole il compianto Cesare De Simone, giornalista e storico
        della Resistenza, di aver leso lonore di Erich Priebke, capitano delle SS in Roma
        durante loccupazione nazista, condannato allergastolo per omicidio continuato
        e aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà di 335 cittadini, prigionieri,
        incolpevoli, consumato nella strage delle Fosse Ardeatine. "E si versi al Priebke, ha
        ricordato il Corriere della Sera, un risarcimento danni di lire venti milioni."
        (danni allonore? del Priebke?) De Simone, nel suo ottimo e documentato libro "Roma città
        prigioniera", accusò Priebke di aver ordinato "lesecuzione alla Storta di
        Bruno Buozzi e degli altri 13 patrioti del camion n. 4" , secondo quanto testimoniò
        il maggiore delle SS Karl Hass, superiore e coimputato del Priebke per la strage delle
        Ardeatine, e con lui condannato allergastolo. Un Gip concludeva però che non
        cerano elementi "certi" per incriminare Priebke, e il caso fu archiviato. Ed è così che il fu Cesare De Simone dovrà "risarcire" con
        venti milioni lonore del pluriassassino ed ergastolano Priebke . questo miserabile
        scherano che osa definirsi un "soldato", e che ha "combattuto", a
        quanto risulta fin ora, solo nel buio delle Cave Ardeatine contro uomini inginocchiati ai
        suoi piedi (perfino ragazzi di 14 anni), con le mani legate alla schiena che porgevano la
        loro nuca alla sua "machine-pistole". Ma di fronte ad un fatto di tale rilevanza "LUnità",
        che non ne ha dato notizia, continuava a pubblicare diecine di lettere di
        "sdegno" dei "fondamentalisti dellantifascismo" per le nobili
        parole del Presidente Ciampi che, al di là di ogni paternalistica "tolleranza",
        nella sua grande, umana comprensione, riconosce il diritto di aver sbagliato - oltre 60
        anni fa! - a ragazzi che furono frastornati dalla campana fascista, lunica che nella
        loro formazione adolescenziale avessero potuto ascoltare a scuola, in Chiesa, al cinema,
        in famiglia, alla radio, sui giornali, e ai quali, ove non si fossero macchiati di delitti
        contro lumanità, noi combattenti della Libertà non abbiamo mai negato il diritto
        di rientrare nelle file della patria democratica, accogliendoli spesso, con affetto e
        simpatia, perfino nelle file nostre e dei partiti democratici che ci avevano guidato nella
        lotta antifascista. Troppi hanno troppo facilmente dimenticato che è stato proprio il
        nostro Presidente, lantifascista Carlo Azelio Ciampi, che, solo qualche settimana
        fa, ha ricordato a certi "falsi maestri" di oggi che l8 settembre non è
        la data della "morte della Patria". Quel giorno crepò soltanto, e
        definitivamente, e per la fortuna dellItalia, la miserabile "patria
        fascista". Certo, ci soccorse laiuto delle truppe Alleate, le diecine di
        migliaia di Americani, Inglesi, Polacchi, Francesi, Neozelandesi, Indiani, Marocchini,
        ecc., che riposano nei cimiteri di guerra del nostro paese, Caduti nelle nostre contrade
        per aiutarci a recuperare la libertà e lindipendenza perdute. Ma fu per merito della Resistenza, dei Partigiani del Corpo Volontari
        della Libertà, dei reparti del nuovo Esercito Italiano, della Marina,
        dellAviazione, uniti nella Guerra di Liberazione Nazionale, che il 25 Aprile non fu
        una nuova occupazione straniera ma la Liberazione della Patria e la conclusione del
        Risorgimento, con la Repubblica e una Costituzione che è tra le più avanzate e
        democratiche del mondo. Di lì siamo partiti, con successo, per perseguire, nella pace e nella
        democrazia, nei tempi e con i sacrifici che ci vorranno, la lunga strada verso una
        società nazionale e mondiale di liberi e di eguali. Anche i taleban di ogni fede religiosa o colore politico, del nord o
        del sud, dellest o dellovest, saranno spazzati via dal vento dei diritti delle
        donne e degli uomini.   |