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Biografia

pallanimred.gif (323 byte) Enrico Griffith

Nacque a Parma in borgo delle Carra l’8 agosto 1901 da Adele Gavazzoli e da Giovanni.
Nel 1921 il giovane muratore Griffith fu fra i primi ad aderire al Partito comunista e Regolo Negri lo ricorda come colui che nel maggio dello stesso anno gli consegnò la prima tessera del partito e gli fece conoscere il deputato Guido Picelli. Nel luglio dello stesso anno Picelli costituì il corpo degli “Arditi del popolo”, radunando un gruppo di decisi antifascisti attorno alla proposta di una organica difesa militare dei propri spazi. In questa realtà si muoveva Enrico Griffith che la Questura indicò come partecipante agli scontri che scoppiarono a Noceto fra fascisti e Arditi. Nell’agosto 1922 a Parma si riversarono più di diecimila fascisti guidati da Italo Balbo, decisi a dare una dura lezione al popolo antifascista dei quartieri più poveri, ma la popolazione dell’Oltretorrente e del Naviglio eresse delle barricate in ogni strada, riuscendo, dopo cinque giorni di scontri a fuoco, sotto il comando di Picelli, a mettere in fuga gli aggressori. Griffith durante quelle giornate fu impegnato nella zona di via Bixio e borgo Carra.
Il 1923, che vide a livello nazionale lo scatenarsi della repressione del novello governo fascista, portò anche a Parma lutti e repressioni poliziesche. Furono così arrestate la notte fra il 4 e il 5 maggio 35 persone, tra cui Griffith. Dopo quaranta giorni i 35 arrestati, tenuti ancora all’oscuro dei capi d’accusa, iniziarono dall’interno del carcere di S. Francesco uno sciopero della fame. Questa presa di posizione fece nascere spontaneamente una protesta popolare che, guidata dall’avvocato Grassi socialista e difensore degli antifascisti, portò una delegazione di famigliari davanti al Procuratore del Re. Lo sciopero durò altri 5 giorni e allo scadere del cinquantesimo giorno la magistratura inquirente, ormai convinta di trovarsi di fronte ad una montatura, liberò tutti i fermati. L’assoluzione definitiva per questa vicenda giunse il 1° febbraio 1924 in seguito ad amnistia. Il 1924 vide realizzarsi un grosso successo per il popolo dell’Oltretorrente che nell’aprile riuscì, quasi con le sue sole forze, a rieleggere alla camera Picelli candidato nelle liste di Unità proletaria che raggruppavano comunisti e socialisti terzinternazionalisti. Griffith entrò nel nuovo Comitato Esecutivo della Federazione di Parma del Pci. Il 2 novembre Griffith prese parte al Congresso provinciale che fu organizzato, secondo fonti fiduciarie della polizia, in via XX settembre n.45, nell’abitazione di Isola. L’attività del partito, sebbene sempre più sorvegliata, riuscì ad adattarsi alla dimensione di una crescente clandestinità e, mentre i fermi e le perquisizioni aumentavano, l’attività si intensificò. Griffith fra il 1925 ed il 1926 venne sottoposto a numerosi provvedimenti di fermo e perquisizioni domiciliari.
All’inizio del mese di settembre il Ministero dell’Interno impartì disposizioni alle Prefetture circa l’intensificazione della vigilanza nei confronti dei comunisti, perché più numerosi e meglio organizzati degli altri sovversivi. La Prefettura di Parma si attivò e dopo aver fatto pedinare i sospettati organizzò un blitz da compiersi a livello provinciale la notte fra il 13 ed il 14 settembre. A Parma furono compiute 75 perquisizioni ed effettuati 52 arresti. L’unico che riuscì a sfuggire fu Griffith, che nel frattempo si era trasferito da borgo Carra a borgo Corridoni. La sua abitazione venne comunque perquisita e furono rinvenuti appunti, opuscoli e un timbro della Federazione comunista di Parma.
L’8 ottobre la Prefettura informò il Ministero dell’Interno che gli arresti degli ultimi tempi avevano portato l’Esecutivo comunista di Milano a sciogliere il Comitato federale di Parma e ad affidare la direzione della provincia ad un triumvirato composta da Isola, Gorreri e Griffith, che erano considerati i più attivi e audaci elementi della città e comunicò inoltre che era stato disposto per i tre il pedinamento ininterrotto. Avendo sperimentato con successo il 2 novembre 1924 che era più agevole indire riunioni clandestine durante i giorni di festa, la Federazione di Parma organizzò il congresso provinciale in preparazione del III congresso nazionale per il giorno di Natale del 1925. Le votazioni si conclusero con 120 voti a favore delle tesi di Gramsci e solo 5 per quelle di Bordiga. Griffith fu delegato al Congresso di Lione e dovette passare clandestinamente il confine con la Francia. Il congresso ebbe luogo dal 20 al 26 gennaio in forma del tutto clandestina e si articolò in sedute plenarie e lavori in commissione; le plenarie furono caratterizzate soprattutto dallo scontro fra le posizioni di Gramsci e Bordiga. Alla fine Gramsci ottenne il 90,8% dei consensi contro il 9,2% di Bordiga. Griffith rientrato a Parma tenne una relazione ai compagni sull’andamento dei lavori congressuali e sui risultati delle votazioni. Il 26 agosto giunse a Parma da Milano Guglielmo Monguzzi, tipografo, per vagliare la possibilità insieme ai compagni parmensi di ricostruire un sindacato clandestino della sua categoria, fu così organizzata una riunione la sera stessa nei pressi del Cornocchio. La polizia, informata del fatto, fece arrestare la stessa notte 35 presunti partecipanti alla riunione, che poi si vide costretta a rilasciare per mancanza di elementi per una possibile incriminazione.
Le indagini proseguirono ed arrivarono a creare una vera e propria montatura. La polizia sostenne che lo stesso giorno dell’attentato a Mussolini, attuato dall’anarchico Lucetti l’11 settembre 1926, il Monguzzi si rese irreperibile e che quindi lo stesso era a conoscenza del progettato omicidio e perciò che la riunione di Parma era servita per organizzare, in caso di successo dell’attentatore, una insurrezione. In base a queste deduzioni il 12 ottobre Isola, Gorreri e Griffith furono arrestati come persone a conoscenza dell’attentato e organizzatori del progettato sommovimento rivoluzionario.
L’autorità giudiziaria, vista la inconsistenza delle accuse, era intenzionata a rilasciare gli arrestati, ma l’8 novembre entrarono in vigore le leggi speciali ed il 21 novembre la Questura propose, alla Commissione provinciale preposta, Isola, Gorreri e Griffith per l’assegnazione al confino. Il provvedimento fu preso il 25 successivo: aveva una durata di 5 anni e destinava gli interessati all’isola di Favignana. I tre vennero fatti partire l’11 dicembre alla volta della Sicilia. Enrico Griffith, arrivato verso la fine del gennaio 1927 all’isola Favignana, sede di una colonia per confinati, vi rimase pochi mesi. Venne poi trasferito all’isola di Ustica dove sbarcò il 30 marzo successivo; dopo pochi giorni, il 9 aprile, lo raggiunse Giuseppe Isola. Ad Ustica Griffith trovò diversi dirigenti del partito fra i quali Amadeo Bordiga, mentre Antonio Gramsci, arrivato sull’isola il 7 dicembre 1926, era partito il 20 gennaio per Milano dove venne messo a disposizione del Tribunale Speciale. Gramsci e Bordiga costituirono fin dal dicembre una scuola che all’arrivo di Griffith e di Isola era ancora in funzione.
Il 10 ottobre successivo vengono arrestati i 39 più pericolosi sovversivi confinati di Ustica fra i quali, oltre a Bordiga e Berti, c’è anche Griffith. Mentre Griffith era in carcere Isola venne trasferito a Ponza dove arrivò il 25 luglio. Il destino, ancora una volta, volle riunire i due: Griffith, scarcerato, raggiunse la stessa destinazione il 15 agosto 1928.

Il 10 luglio 1929 Griffith ottenne una licenza per rivedere il padre che era gravemente malato. L’11 luglio arrivò a Parma ed il padre morì dopo pochi giorni. Egli ottenne di prolungare la licenza per potere proseguire una terapia contro la pleurite che lo affliggeva e da un certificato che gli rilasciò un medico incaricato dalla Questura di Parma si rileva che fin da bambino soffriva di otite, patologia che causò la riforma dal servizio militare; che da diversi anni era sofferente di disturbi gastrici; che all’orecchio sinistro soffriva per l’otite e che questa gli aveva procurato una perforazione del timpano. Sebbene il medico sostenesse che lo stato nutrizionale era buono la sua relazione ci rende evidenti i danni che le situazioni ambientali, l’Oltretorrente prima e le colonie poi, gli avevano procurato. La licenza gli venne ulteriormente prolungata e Griffith rientrò a Ponza il 26 agosto. La situazione igienica sull’isola continuò a peggiorare. Il 13 luglio 1930, Griffith morì presso l’ospedale degli Incurabili di Napoli dove il 3 precedente era stato ricoverato affetto da otite purulenta e con febbre a 39.5 gradi.

Il nome di Griffith rimase saldo nella memoria degli antifascisti di Parma, tanto che più di dieci anni dopo la sua morte un distaccamento della 47ª brigata Garibaldi operante sull’Appennino parmense durante la lotta di Resistenza porterà il suo nome.

 

 


 

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