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         | La Costituente Radici storiche della Costituzione 
 La carta costituzionale del 1948 più che dei giuristi, è opera dei
        partiti politici. Le stesse elezioni per l'Assemblea Costituente - le prime, con quelle
        amministrative, dopo il ventennio fascista - sono un'occasione per misurare la propria
        forza elettorale da parte dei partiti politici e perciò sono pochi i professori di
        diritto candidati (soprattutto da parte del PCI). Questi ultimi, inoltre, durante il
        periodo fascista erano stati tagliati fuori dai circuiti internazionali della cultura
        giuridica e quelli che avevano continuato i propri studi in Italia lo avevano fatto
        accettando di disinteressarsi della vita politica. La Costituzione - approvata a larga maggioranza dallAssemblea
        Costituente - è dunque il frutto di un vasto "compromesso costituzionale", tra
        visioni diverse della democrazia: la sinistra, specie il PCI, è portatrice di una visione
        giacobina, con unassemblea elettiva dotata di pieni poteri; i conservatori, con in
        testa la DC, auspicano un parlamentarismo razionalizzato con un esecutivo forte e stabile. Queste due visioni antitetiche si fronteggiano per mesi tra i banchi
        della Costituente, su ogni singolo punto del progetto di Costituzione. Il compromesso,
        dunque, è inevitabile e indispensabile: le sinistre dal canto loro accettano il
        bicameralismo, le autonomie locali e gli organo di garanzia come la Corte Costituzionale;
        i moderati rinunciano in parte alle misure votate alla razionalizzazione del
        parlamentarismo. Anche il sistema elettorale prescelto per le elezioni della Camera dei
        Deputati e del Senato della Repubblica, quello proporzionale, è conseguenza del
        compromesso. Questo meccanismo, infatti, è in grado di garantire unadeguata
        rappresentanza ai partiti di massa, escludendo quasi a priori la possibilità che uno di
        essi ottenga la maggioranza assoluta e che possa così governare da solo. Come ha sottolineato efficacemente il Calamandrei, dunque, la Costituzione del 1948
        porta con sé, nella prima parte una rivoluzione promessa, nella seconda una rivoluzione
        mancata. Proprio questo contrasto insito nel testo originario, farà ben presto
        avvertire, con intensità via via maggiore, la necessità e di riforme più o meno
        radicali dellimpianto progettato dai padri costituenti. (a cura di Marco Palmieri) torna alla Costituente    |