Fascismo e deportazioni
Le responsabilità di Mussolini
Dibattito
Stefano Fiorito: "Mussolini e il fascismo cercarono di aiutare gli
ebrei"
Egregi Signori, vorrei esprimere unopinione riguardo
largomento da voi trattato inerente la posizione che ebbe lItalia e il
fascismo nello sterminio degli ebrei. Anzitutto occorre chiarire se qui si sta facendo la
storia o la politica. Ciò è importante perché se si sta facendo politica possono essere
rimosse informazioni o fatti non graditi anche se basati su testimonianze effettive,
reali. Non credo però che si debba tacere o "correggere" la realtà solo per
questi fini. Fin qui siamo daccordo. Quale realtà? Come si può dire quale realtà
sia veramente "reale"? A mio avviso quella che viene supportata da prove
documentate e "indipendenti". Nel senso di scevre da influenze politiche (quindi
non quelle di certe parti politiche). Secondo le informazioni che ho in possesso,
Mussolini e i fascisti hanno effettivamente frustrato limpegno nazista nello
sterminio. Piaccia o no. A sostegno di questa affermazione vi sono numerosi documenti che,
per problemi di spazio, non posso illustrare in toto. Ho deciso di prenderne alcuni, a
tacer daltri, che rendano ben chiara la situazione. Ho pensato di ricollegarmi anche
al dibattito svolto presso il vostro forum.
Non voglio soffermarmi sulle motivazioni che indussero Mussolini a
prendere la decisione di introdurre una legislazione antisemita. E una analisi
complessa che mi porterebbe a divagare. Basti dire che, le azioni intraprese da lui, dal
suo entourage, dai fascisti, dallesercito, si scontrano frontalmente con le teorie
antisemite proclamate. Poiché di antisemita non hanno nulla. Questo fa venire,
giustamente, seri dubbi sulleffettivo valore ideologico dellevento. Ciò è
importante ai fini dellinterpretazione storica del fascismo.
Per essere abbastanza chiaro, voglio evidenziare dei documenti che
vanno dal 1938 (a campagna iniziata) fino al 1945. Ne ho, appunto, selezionati alcuni che,
secondo me, chiariscono determinati punti focali.
Documento 1
(Fonte: "ISRAEL" 4 giugno 1970;
S.Murano, Mussolini voleva una Terra promessa per gli ebrei; "La
settimana Incom illustrata")
La validità di questo documento è sostenuta, tra gli altri, da 3
testi. Nel brano che mostrerò si evince lintenzione di Mussolini di creare uno
stato ebraico indipendente nelle zone della AOI abitate da minoranze ebraiche chiamate falascià.
Nel Documento si legge che il Duca Amedeo di Savoia-Aosta, allepoca Vicerè
dEtiopia, incarica il colonnello Adami di eseguire lordine di Mussolini
secondo cui si doveva ricercare un luogo adatto per la nascita di uno stato ebraico.
Questo intento era condiviso anche da governi stranieri, contattati da quello italiano.
Ecco il documento (seconda metà del 1938):
"Il Duca dAosta, dopo avere annunciato che lo avrebbe
incaricato di un lavoro molto interessante ed importante, passò a dargli con molta
chiarezza, come era sua abitudine, le seguenti istruzioni: doveva trovare una zona idonea
ad ospitare, in un primo tempo, una colonia di circa 1400 capifamiglia ebrei,
suscettibile, in un secondo tempo, di ospitarne un numero doppio e successivamente sempre
aumentabile.La zona doveva essere ottima dal punto di vista sanitario: niente malaria,
niente mosca tzè-tzè, niente mandef, ecc; avere un clima moderato, risorse idriche
abbondanti, terreno suscettibile di un ottimo sfruttamento agricolo-industriale, non
essere sulle direttrici di traffico principali ed abitata da popolazioni pacifiche,
prevalentemente pagane, dove esistessero il minor numero di chiese Copte e di Moschee,
onde evitare dissidi di carattere religioso
Il Duca di Aosta dopo avere
opportunamente illustrato questi concetti , aggiunse che lindicazione di tale zona
era stata richiesta da Mussolini, daccordo col governo inglese, per ospitare le
famiglie ebree che, con ritmo sempre crescente, venivano scacciate dalla Germania, Austria
e Cecoslovacchia dal nazismo. Tale era il numero di ebrei costretti ad espatriare che il
governo inglese ne era preoccupato perché prevedeva che sarebbe stato politicamente
pericoloso consentire laffluenza in massa in Palestina dove anche le condizioni di
vita si sarebbero fatte difficili. Orientando invece una corrente migratoria
nellAOI, che avrebbe potuto offrire un territorio meraviglioso nei confronti di
quello palestinese, si potrebbero forse evitare attriti con il mondo arabo e facilitato la
vita materiale della colonia palestinese. Il Duca congedò cordialmente e sorridendo il
capo ufficio topocartografico aggiungendo che aspettava da lui la scoperta di un vero
piccolo Paradiso terrestre."
Questo intento promosso dal governo fascista, è confermato sia dalla Informazione
diplomatica n° 14 che da due brani del Diario di Ciano:
30 agosto 1938
Il Duce mi comunica anche un suo progetto di fare della Migiurtinia una
concessione per gli ebrei internazionali. Dice che il paese ha notevoli riserve naturali
che gli ebrei potrebbero sfruttare
E ancora:
4 settembre 1938
(
) il duce non parla più della Migiurtinia, bensì
delloltre-Giuba, che presenterebbe condizioni di vita e di lavoro migliori.
Facendo ben attenzione alle date, osserviamo che questi progetti
vengono stilati in piena campagna antisemita. Il che è abbastanza anomalo. E
anomalo che un antisemita pensi a uno stato ebraico che presenti "condizioni di vita
e di lavoro migliori", che si curi di inserire questo stato in un contesto pacifico
per gli ebrei, che si preoccupi di donargli una terra libera da infezioni e malattie e da
contrasti religiosi.
Lintendimento di Mussolini ad un certo momento si scontra con
quelli internazionali. Prima timidamente daccordo poi sempre più defilati.
Lultima lettera di Mussolini, che auspicava una conferenza
internazionale per risolvere il "problema ebraico", era indirizzata agli
americani e chiuse linteressamento internazionale alla vicenda per vari motivi
opportunistici. Ad esempio lAmerica non voleva schierarsi troppo a favore degli
ebrei per non alienarsi le simpatie arabe e gli inglesi non volevano urtarsi con la
Germania
(fonte: W. Laqueur, Il terribile segreto; M.Gilbert, Auschwiz and the
allies; B. Wasserstein, Britain and the jews of Europe (1939-45)):
11 gennaio 1939
"La questione ebraica esiste, in forme diverse, in quasi tutti
gli stati dEuropa, e deve essere quindi considerata come una questione generale
europea, per poterla risolvere su linee costruttive. A mio avviso, i soli Paesi che
possono accogliere e organizzare una considerevole emigrazione ebraica sono quelli che
dispongono nel loro territorio nazionale di grandi estensioni scarsamente popolate e di
grandi risorse che possano essere adeguatamente sfruttate e messe in valore
Ma
quello che io ho sempre considerato e considero come la soluzione più pratica è la
creazione, in qualche parte del mondo, di un vero e proprio Stato ebraico.
Lesperimento della Jewish Home in Palestina è fallito per condizioni storiche che
erano assolutamente sfavorevoli alla creazione di uno Stato ebraico palestinese, ma
lidea di creare tale Stato non dovrebbe essere abbandonata. Anche se questo fosse
territorialmente un piccolo Stato, gli ebrei avrebbero tuttavia in esso, come hanno tutti
gli altri popoli, il loro centro e la loro base nazionale. Gli ebrei, divenuti cittadini
di questo Stato, avrebbero così una nazionalità ed una posizione definita e, anche se
stabiliti in altri Paesi, troverebbero da parte di questo Stato quella normale assistenza
e quella tutela che hanno tutti gli stranieri. Solamente così il problema ebraico
cesserebbe di essere in Europa il problema insolubile di una minoranza, la sola, che è
priva di una nazionalità."
A questa lettera Mussolini non ebbe risposta e, via via, i governi
internazionali lasciarono cadere la proposta. Nonostante questo, Mussolini non abbandonò
il progetto, anche se i tempi di attuazione si allungarono e la defezione internazionale
gli creò problemi.
E importante ricordare anche che la legislazione antisemita
emanata dal governo italiano consentiva di rendere un ebreo non più tale
in presenza
di particolari caratteristiche (benemerenze, ecc.). Questi casi sono stati citati per la
loro dubbia moralità, per lo scambio di "arianizzazioni" con soldi, ecc.
E però sintomatico che fossero previsti. Fatto strano per un antisemita dare la
possibilità ad un ebreo di non essere considerato tale.
Allinizio della guerra la situazione degli ebrei europei
peggiorò. Durante la non belligeranza italiana, Mussolini rimase in contatto con le
associazioni ebraiche (che aveva contattato anche per il suo progetto dello stato
indipendente) e favorì la fuga degli ebrei perseguitati dai tedeschi (fonte: Renzo De
Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo) in modo sotterraneo. Al momento del
nostro intervento e della conquista di zone in Francia, Iugoslavia, Africa, ecc, i
territori di nostra competenza furono un punto di riferimento per gli ebrei di ogni
nazionalità.
La filosofa ebrea Hannah Arendt nel suo libro "La banalità del
male", illustra (pp. 182-6) il comportamento delle autorità militari e dei
funzionari fascisti. Lautrice attesta che gli ebrei delle zone italiane hanno sempre
avuto protezione e asilo e le pressioni dei tedeschi per la consegna nelle loro mani
venivano rifiutate con abilità.
Tra gli altri, i modi in cui gli italiani negavano la consegna ai
tedeschi degli ebrei, che essi richiedevano per ragioni di sicurezza interna
allAsse, erano i seguenti:
- Verificare lappartenenza alla pertinenza italiana (in questo modo anche gli ebrei
che non lo erano diventavano italiani grazie a fantomatiche parentele). Questi censimenti
stupivano per la loro eccessiva durata;
- Verificare le condizioni d salute;
- Esporre problemi di logistica legati ai mezzi di trasporto, alla mancanza di strutture,
ecc.
- Esecuzione di rastrellamenti volti a concentrare gli ebrei in mano italiana,
facilitandone la fuga. Ecc;
Questultimo punto è supportato da un resoconto di De Felice. In
Croazia gli italiani si inventarono un rastrellamento di guerriglieri ma in realtà
consentirono agli ebrei di levarsi dalle mani dei nazisti (fonte: Renzo De felice, op.
cit., p. 405). Questo atteggiamento italiano era promosso da Mussolini ("Lo stesso
Mussolini, è doveroso ricordarlo (
) favorì lumano contegno delle nostre
forze armate (
) anche a costo di affrontare aperte rampogne germaniche".
Fonte: C. Senise, Quando ero capo della polizia, pp. 102-3; R. Guariglia, Ricordi, p. 182)
come poi mostrerò in un documento.
La questione Iugoslava
(fonte: Renzo De felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo,
pp. 413-16; Hannah Arendt, La banalità del male, pp.182-6)
Nellestate 1942 si arriva ad un punto critico delle relazioni
italo-tedesche in materia antisemita.
La questione si arroventa per la richiesta esplicita, fatta dai
tedeschi, di consegna degli ebrei (circa 3000) presenti nella zona di occupazione italiana
della Iugoslavia.
Il 17 agosto i nazisti compiono un passo diplomatico esplicito tramite
lambasciata a Roma per intimare la consegna degli ebrei. A questo punto i tedeschi
si sentono raggirati e non vogliono scuse o rifiuti. Il comportamento dellesercito
italiano, dei funzionari della polizia fascista, delle autorità diplomatiche, ha
inviperito i tedeschi. Il 24 agosto lambasciatore Von Mackensen fu informato che
Mussolini dava il suo "nulla osta". Non mi soffermo sulla inutile polemica di
cosa significhi "nulla osta" nella prassi burocratica. I fatti hanno dato una
interpretazione precisa.
Il comando supremo, in accordo con il ministero degli esteri, eseguì
lordine richiedendo di avviare lo studio della situazione, incaricandone il comando
della II armata. Quindi, questultimo, emanò disposizioni affinché si procedesse a
censire gli ebrei e ad accertare la loro nazionalità. Intanto Palazzo Chigi faceva
approntare dai suoi consulenti giuridici la casistica in base alla quale doveva essere
stabilita la "pertinenza" o no degli ebrei stessi ai territori italiani. E
poiché coloro ai quali si sarebbe riconosciuta la "pertinenza" non sarebbero
dovuti rientrare in quelli da consegnare, le sue maglie furono allargate al massimo, così
da comprendere non solo i nati nelle zone annesse, ma anche quelli che vi risiedevano da
lungo tempo, che avevano parenti fino al III grado o beni immobili e che avevano
benemerenze verso lItalia.
I tedeschi mangiarono la foglia. Lividi di rabbia fecero, con veemenza,
due passi diplomatici il 3 e il 21 ottobre a Roma per tramite dellAmbasciata. Il
tutto per chiedere lattuazione delle richieste del precedente 24 agosto. Ottennero
soltanto il trasferimento degli ebrei "non pertinenti" in appositi campi di
concentramento che gli italiani trasferirono nellisola di Arbe per prevenire
lipotesi di spostamenti di confini. In questo modo aggirarono linvettiva
tedesca secondo cui i semiti avrebbero potuto svolgere attività sovversiva e spionistica
ai danni dellAsse.
Non è finita qui. Il 9 dicembre Berlino torna alla carica chiedendo il
trasferimento degli ebrei via mare. Guarda caso, la risposta non tarda a venire:
impossibile trasportare gli ebrei per carenza di mezzi (sintomatico che durante questi
mesi, i nazisti pressano anche per una "soffiata" secondo cui gli ebrei nelle
zone italiane erano in condizione di poter fuggire).
A questo punto si giunge al febbraio 1943. Senza che gli italiani
abbiano soddisfatto la richiesta dellagosto dellanno precedente. Giunge in
missione presso Mussolini il ministro Ribbentrop.
Il comportamento del governo italiano irrita i tedeschi sempre di più
e lo stesso Hitler scrive una lettera di fuoco a Mussolini (di cui è latore Ribbentrop)
in cui afferma che bisogna fare "giustizia di tutti i filosemiti e traditori"
(Renzo De felice, op. cit., p. 415). Per accertarsi che lintimazione abbia un
seguito, Hitler manda Ribbentrop da Mussolini che dopo uno snervante colloquio e aver
rischiato lincidente diplomatico, riconferma il suo "nulla osta"
alloperazione. Ribbentrop riparte contento. Subito dopo però il duce convoca il
gen. Robotti e gli chiarisce come doveva intendersi il suo "nulla osta" (vedi
documento 2):
Documento N°2
(relazione col. V. Carlà, capo ufficio "I" del comando della
II armata, trasmesso il 16 marzo 1945 allo SM dellesercito Ufficio
Informazioni, in Archivio dellUfficio Storico dello SM dellEsercito,
Rac.185/6)
(
) io ho dovuto promettere la consegna, ma voi inventate tutte
le scuse che volete per non consegnare neppure un ebreo. Dite che non abbiamo
assolutamente alcun mezzo di trasporto per portarli a Trieste via mare visto che via terra
non è possibile farlo.
Questo documento riconferma la tesi della posizione di Mussolini e
della sua volontà di proteggere gli ebrei.
Un altro documento, il penultimo, rende chiaro che in data 20 luglio
1943 (incontro di Feltre) non sono state esaudite nessuna delle richieste tedesche:
Documento N°3
(fonte: United Restitution Organization, Dokumente uber methoden der
judenverfolgung im Ausland, Francoforte 1959, pp.89-90)
"In occasione della visita del Reichsfuhrer delle SS al Duce,
potrebbero essere trattati i seguenti argomenti:
- Nella zona occupata dalle truppe italiane sino ad ora ebrei e sudditi di stati nemici si
sono potuti muovere del tutto liberamente. Ci rientrano anche numerosi ebrei che sono
emigrati dalla Germania o altrimenti che, resisi noti per il loro atteggiamento contrario
allAsse, di fronte allavanzata tedesca si sono rifugiati nelle zone
doccupazione italiana. In seguito ad un intervento dellambasciatore Von
Mackesen presso il Duce, fu da questo fatta sperare lesecuzione immediata delle più
rigorose misure di sicurezza, e precisamente per mezzo dellIspettore di Polizia Lo
Spinoso, che avrebbe dovuto condurre loperazione con i carabinieri che non dipendono
dalle forze armate italiane. Poiché malgrado questa direttiva in un primo momento non
accadde nulla, fu dato incarico allambasciata di Roma di trattare di nuovo, nel
maggio, la questione. Bastianini dichiarò, dopo un colloquio telefonico con il nuovo
ministro della polizia, che il Lo Spinoso aveva ottenuto linvio di ulteriori forze
di polizia che stavano per esser messe in viaggio. Loperazione sarebbe stata adesso
eseguita in modo definitivo. Malgrado questa rinnovata promessa, fino ad ora non è
accaduto nulla nella questione.
- Da parte italiana vengono sollevate continue difficoltà per la consegna degli ebrei
croati destinati al trasferimento verso loriente che si trovano nelle zone occupate
dai soldati italiani. Le trattative tra le legazioni tedesca e italiana su questa
questione non hanno ancora condotto a un risultato. E da augurarsi che la legazione
italiana riceva severe disposizioni per la definizione del problema.
- Da parte italiana è stata promessa lesecuzione di determinati provvedimenti
riguardo gli ebrei (deportazione, ecc) nella zona di occupazione italiana della Grecia.
Ordini in questo senso sono anche pervenuti alle truppe, tuttavia non si è arrivati
allattuazione di alcun provvedimento perché, a loro dire, le truppe italiane sono
ancora impegnate nella redazione delle liste degli ebrei che si trovano nella zona. Nel
caso che il lavoro dovesse essere concluso, è da supporre che lesecuzione
delloperazione sarà ancora tenuta in sospeso con la scusa che non cè a
disposizione spazio sulle navi per il trasporto degli ebrei. Lambasciata di Roma è
stata pregata di raccomandare agli italiani, in quanto la cosa appare là sostituibile, di
raccogliere per lo meno senza indugio gli ebrei in campi di concentramento e di adoperarli
come manodopera.
- Gli italiani si adoperano con particolare impegno e con la motivazione di particolari
benemerenze verso lItalia o di altro titolo di italianità in favore,
finora, di circa 80 ebrei che non sono in possesso della cittadinanza italiana. Per
particolari motivi politici gli uffici del Reichsfuhrer delle SS sono stati pregati di
permettere in questi casi dubbi il trattamento degli ebrei come cittadini italiani, da
sottoporre alle leggi italiane.
- Mentre a proposito del caso precedente gli italiani si ostinano a dire che la
nazionalità non ha alcuna importanza, invece chiedono con insistenza la liberazione di
una certa signora Cozzi, unebrea orientale che ha contratto matrimonio con un
generale italiano acquisendo così la cittadinanza.
- Secondo una comunicazione allambasciata tedesca a Roma, il console onorario
svedese a Trieste, Lekner, è ebreo puro e sposato con un ebrea pura, un certo console
onorario portoghese Frankel è ebreo, il viceconsole onorario spagnolo Durando è sposato
con un ebrea pura, il console onorario bulgaro Eliznakoff è sposato con una semi-ebrea,
il console onorario giapponese Schnabel è per un quarto ebreo, il console onorario
portoghese a Fiume Denes è ebreo.
Sebbene, dato latteggiamento italiano sulla questione ebraica, non ci sia da
aspettarsi che gli italiani adottino misure per lepurazione del corpo consolare
dagli ebrei, sarebbe tuttavia egualmente gradito che fosse richiamata lattenzione
del Duce su queste questioni."
In questo documento non solo si nota lo scontento tedesco per
lintralcio continuo alle deportazioni ma anche la prova documentata di come
considerasse la Germania chi non attuava una politica antiebraica.
A riconferma del malcontento tedesco e del contegno italiano, il giorno
dopo (21 luglio 1943), perviene un rapporto dellufficiale delle SS Roethke (fonte:
L. Poliakov J. Sibille, Gli ebrei sotto loccupazione italiana, pp. 104-5):
Latteggiamento italiano è ed è stato incomprensibile. Le
autorità militari italiani e la polizia italiana proteggono gli ebrei con ogni mezzo che
sia in loro potere. La zona di influenza italiana, particolarmente la Costa Azzurra, è
diventata la terra promessa per gli ebrei residenti in Francia. Negli ultimi mesi vi è
stato un esodo in massa di ebrei che dalla nostra zona di occupazione sono passati in
quella italiana. La fuga degli ebrei è stata facilitata dallesistenza di migliaia
di vie traverse, dallassistenza data loro dalla popolazione francese, dalla simpatia
delle autorità, da carte didentità false e anche dalla vastità dellarea che
rende impossibile bloccare ermeticamente le zone dinfluenza. A proposito
dellatteggiamento italiano sulla questione ebraica, sono già stati inviati circa 20
rapporti al RSHA. Sinora non vi è stato alcun accenno di mutamento nella condotta degli
italiani. Questo problema crea grandi difficoltà nel mantenimento esteriore delle
relazioni politiche italo tedesche, perché i francesi e i rappresentanti
diplomatici di altri paesi utilizzano abilmente la diversità di condotta verso gli ebrei,
tenuta rispettivamente dallItalia e dalla Germania. Gli italiani hanno fatto
trasferire dalla Costa Azzurra alle stazioni climatiche del dipartimento dellIsere e
della Savoia circa 1000 ebrei bisognosi. Gli ebrei vi si trovano benissimo poiché non
sono soggetti a nessuna restrizione, ma al contrario sono stati alloggiati nei migliori
alberghi.
Né la situazione cambia durante la Repubblica Sociale Italiana. Le
istituzioni dello stato fascista (che era stato riconosciuto come alleato della Germania,
quindi uno stato sovrano, anche se i nazisti erano inclini a contrastare la sua autorità)
continuarono nellopera di protezione degli anni precedenti. O per lo meno ci
provarono, nonostante le difficoltà che erano derivate dall 8 settembre e la
conseguente reazione nazista con loccupazione del suolo patrio. Lallora
ministro degli interni, Buffarini, dette disposizioni affinché gli ebrei venissero
concentrati nelle mani degli italiani, facilitandone la fuga come in passato. I
provvedimenti antiebraici della RSI furono diretti soprattutto contro i beni degli ebrei,
sia per eludere in parte le diffidenze tedesche, sia perché le casse statali
abbisognavano di fondi. Cè un documento importante che mostra gli ordini di
Buffarini di non consegnare gli ebrei ai tedeschi, secondo le leggi della RSI:
Documento N° 4.
(fonte : ACS, Min. Int., Dir. Gen. PS., Div. Aff. Gen. e ris. (1920 -
45), carteg. A 5 G, B. 63, fasc. 230, Ebrei, sequestro beni, Il capo della polizia ai capi
delle province e ai questori, 10 dicembre 1943; ministero dellinterno, dir. Gen.
Demografia e R., Div. AG I al capo della polizia, 27 gennaio 1944 e al gabinetto del
ministro, 1 febbraio 1944)
"(
) in conformità
al criterio enunciato, debbono essere date disposizioni adatte affinché gli ebrei
permangano nei campi italiani. I passi presso le autorità germaniche devono farsi in
questo senso".
A questo punto, almeno fino al marzo 1944, si è potuto attuare
questa politica. LAmbasciatore della RSI, Filippo Anfuso, continuò il lavoro degli
anni precedenti in favore degli ebrei di "nostra pertinenza", suscitando il
malcontento nazista. Si arriva però ad un punto di rottura. I tedeschi decidono di
togliere, con la forza, dalle mani degli italiani gli ebrei. Anche se la costituzione
della Repubblica Sociale fece rientrare il piano di "polonizzazione" dei
territori italiani in mano ai tedeschi, fece rientrare il Marco di occupazione, fece
ritirare la legge marziale di occupazione germanica, ci si trovava in una situazione di
netto squilibrio di forza. Nonostante limpegno del governo, che cercava di rialzare
la testa davanti ad alleati e nemici. Impegno che, tutto sommato, in molti casi fu
coronato da successo.
Nel marzo 1944, come dicevo, la situazione degli ebrei sul suolo patrio
peggiora. In uno dei campi italiani, quello di Fossoli, i nazisti irrompono occupandolo.
Si arriva quasi ad uno scontro tra italiani e tedeschi (cosa non nuova durante la RSI),
evitato solo da interventi diplomatici da ambo le parti. I nazisti non hanno intenzione di
cedere alle rimostranze italiane. Gli ebrei devono essere messi in condizione di non
nuocere alla Germania e i nazisti considereranno un tradimento un qualsiasi intralcio.
A questo punto si ripropone un secondo 8 settembre per la RSI. Gli
italiani non hanno la forza contrattuale necessaria per reagire. Non potendo più
amministrare la questione, pensano di aiutare gli ebrei in modo sotterraneo. Autorità
fasciste, polizia e governo. Ad esempio Buffarini dirama le notizie di provvedimenti
contro gli ebrei 24 ore prima della loro diffusione ufficiale (fonte: Renzo De felice,
Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo). Le istituzioni fasciste favoriscono
loccultamento e la fuga degli ebrei.
Alcuni nomi:
Dott. Amedeo Strazzera-Perniciani (presidente commissione assistenza
detenuti di Regina Coeli);
Dott. Angelo De Fiore (funzionario della questura di Milano)
Dott. Olindo Cellurale (commissario di PS)
Dott. Domenico Coggiola (medico militare).
Questi funzionari si impegnarono nella protezione degli ebrei,
coadiuvati da Filippo Anfuso, che nel suo diario si rammaricava di non poter fare di più
(R. De Felice, op. cit., pp. 473-74). A seguito dellincidente di Fossoli e di una
lettera (fonte: appendice, R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo) di
accusa al governo di Mussolini spedita ad Hitler dal filonazista Preziosi, venne istituito
un ispettorato della Razza che però ebbe come unico scopo quello di zittire i nazisti.
Venne infatti messo alle dipendenze del governo che provvide, coadiuvato dal ministero
degli interni, ad annullare la sua autorità e a respingere ogni sua azione (fonte:
appendice, R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo).
Mi fermo qui, perché potrei andare avanti troppo a lungo.
Mi chiedo una cosa. Questi atti significano qualcosa? Schindler era un nazista
che per coprire il salvataggio degli ebrei li concentrava in campi di lavoro forzato. Che
differenza cè, MORALMENTE, nei suoi atti e in questi atti?
Si pensa, giustamente, agli ebrei morti per mano nazista. Perché non
si pensa anche a quelli SALVI PER MANO FASCISTA? Si preferisce tacere perché la
politica vince su tutto? Questi fatti sono uninvenzione della propaganda fascista? E
le testimonianze degli ebrei salvati? E quelle dei nazisti?
Che democrazia veramente alta sarebbe se si desse pane al pane e vino
al vino. Perché un atto lodevole non è più tale perché compiuto da una entità che
odora di fascismo
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