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Le SS

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Heinrich Himmler

Furono il macabro emblema di una folle ideologia che aveva fatto dell’odio razziale, della violenza, della furia xenofoba, la sue stessa ragione di esistere.

Quelli che erano uno sparuto gruppo di pochi volontari, inglobato all’interno delle affermate SA, divennero, dopo il massacro della "notte dei lunghi coltelli", in capo al loro cinico condottiero Himmler, i signori incontrastati dell’ordine nero del III reich, il "branco di lupi" di Hitler, il gruppo paramilitare che, nel corso della sua esistenza, si rese protagonista di deplorevoli ed agghiaccianti rappresaglie e rastrellamenti; le SS (SCHUTZ STAFFELN- squadre di protezione) scatenarono il terrore in Germania e nell’Europa occupata:

erano un gruppo di uomini senza pietà, addestrati ad uccidere, incaricati di compiti di polizia e repressione; indossare quelle nere uniformi non era affatto semplice, essendo necessario dimostrare l’appartenenza alla stirpe ariana; gli stessi matrimoni dei militanti dovevano avere l’approvazione dell’ufficio della razza, al fine di non pregiudicare la purezza del popolo eletto.

Il folle progetto di Himmler era quello di fare dei suoi uomini un ordine supremo di soldati dal sangue puro, destinato a rinverdire il mito degli antichi eroi templari e a far rispettare, nei confronti delle razze inferiori, la sacra legge degli ariani dominatori; gli uomini delle SS, con gli speciali reparti Totenkopfverbande ( teste di morto) erano i signori indiscussi dei campi di concentramento, incaricati del martirio di decine di migliaia di ebrei, considerati un popolo da estirpare e da cancellare e verso il quale non bisognava dimostrare alcuna pietà.

Ben presto nacquero altresì le SS combattenti, le Waffen-SS, che agirono in prima linea su tutti i fronti di guerra, anche grazie all’ausilio degli innumerevoli volontari, provenienti da tutt’Europa.

Ma anche la storia delle Schutz Staffeln, come quella del nazismo in generale, è una storia fatta di terrore, misteri ed occultismo, a cominciare già dal loro aspetto, da quella nera divisa, da quel cappello col teschio, da quei pugnali recanti il motto "il tuo onore si chiama fedeltà", che facevano impallidire tutti coloro che vi si fossero trovati di fronte.

Al termine di un duro addestramento, le SS prestavano giuramento di fedeltà al fuhrer, una fedeltà fino alla morte, al termine di macabre cerimonie celebrate nell’oscurità della notte, nei tetri boschi della Westfalia.

Nello scuro castello di Wewelsberg, una sorta di lugubre tempio delle SS, Himmler, che si considerava la reincarnazione di Enrico I di Sassonia, iniziò i suoi uomini a strani ed occulti riti ispirati alla celebrazione e alla glorificazione degli antichi eroi templari, agli antichi miti nordici; i rituali erano presieduti da 13 membri che costituivano il Gran Concilio dei Cavalieri, guidato dal Gran Maestro Heinrich Himmler, quasi a voler creare una sorta di religione del male, degna compagna di uomini votati a scrivere pagine di grandi orrore, come avvenne, in tutta Europa, fino alla fine dell’incubo, nel 1945, quando anche Himmler ed i suoi miliziani, non sopravvissero alla caduta degli dei che caratterizzò quell’oscura incarnazione del male che fu il nazional-socialismo di Adolf Hitler.

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