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"I volonterosi carnefici di Hitler"

di Daniel Jonah Goldhagendi

"Ero in tram. Affollatissimo. Poi salì un’anziana signora. Aveva i piedi così gonfi che sembravano esplodere nelle scarpe. Portava la stella di Davide sul vestito. Mi sono alzata per farla sedere e con questo ho provocato- come poteva essere altrimenti?- la così diffusa "furia popolare". Qualcuno ha gridato FUORI!; poi c’è stato un coro di FUORI!. Nel chiasso delle voci ho sentito le parole indignate di SERVA DEGLI EBREI!GENTE SENZA DIGNITA’!. Il tram si è fermato tra una fermata e l’altra e l’autista ha ordinato FUORI TUTT’E DUE!."

"Prima che si cominciasse a sparare, il tenente Gnade in persona aveva scelto circa 20-25 ebrei anziani; esclusivamente uomini con lunghe barbe. Gnade costrinse quei vecchi a strisciare per terra di fronte alla fossa; e prima di ordinar loro di strisciare li fece spogliare. Mentre gli ebrei, completamente nudi, strisciavano per terra, il tenente strillò a quelli che gli stavano attorno: dove sono i miei sott’ufficiali? Non c’è nessuno che abbia un bastone? I sott’ufficiali corsero al limitare del bosco, si procurarono dei bastoni, e poi con i bastoni tempestarono di colpi gli ebrei"

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"Una notte ci cacciarono fuori dalle baracche, mezzi nudi e scalzi e ci costrinsero a rimanere a lungo nella neve, distesi bocconi. Ci dicevano che non eravamo prigionieri di guerra, ma soltanto ebrei internati. E ci picchiavano. Poi ci ordinarono di ritornare di corsa nelle baracche, e quando così facevamo, ci picchiarono ancora e ci aizzarono contro i cani."

"Venivano stipate in baracche piccolissime e dormivano sul pavimento gelato. Le avevano private di tutto. Noi stavamo vicino alle loro baracche e non riuscivamo a dormire per i gemiti, le urla, i lamenti: era un martirio. Se quelle poveracce si nascondevano addosso un nonnulla dei loro effetti personali, un portafortuna, una biografia, venivano picchiate a sangue con il manganello delle donne delle SS, che poi le spogliavano e le costringevano a stare per giorni e giorni a piedi nudi sulla ghiaia grossa, nel freddo pungente. Avevano le gambe gonfie come zangole; quelle in condizioni peggiori crollavano a terra, gemendo per il dolore. E dopo un po’ arrivarono altre ebree."

"Nel frattempo il Rottenfuhrer Abraham sparava ai bambini con la pistola. Mi pare che fossero cinque; direi bambini tra i due e i sei anni. Abraham li uccideva in modo brutale: li afferrava per i capelli, li sollevava da terra, sparava loro un colpo alla nuca e poi li gettava nella fossa. Dopo un po’ non ce la feci più e gli ordinai di smettere. Intendevo dire che non doveva più prenderli per i capelli; doveva ucciderli in modo più pulito".

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