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         | La Resistenza nel Lazio 
 La Battaglia di S. Maria Infante -
        Minturno  (11-14 maggio 1944) Una delle tante nella storia del secondo conflitto in Italia, certo;
          ma con una particolarità, tanto che nelle accademie americane di guerra  
        questa battaglia è conosciuta ed è stata oggetto di studio per decenni. Essa fu conquistata e perduta per ben 17 volte dalle truppe contendenti
 (un fatto praticamente unico nella storia della guerra di tutti i tempi).
 Questa la cronaca di 60 ore:
 Siamo sulla fascia della Linea Gustav. Minturno, posta sulla riva destra del Garigliano,
        fu liberata il 19 gennaio 1944.
 Fu proprio la 5° Divisione degli alleati ad occupare Minturno e parte del suo territorio,
        mentre la 46° tentò un'azione a tenaglia per superare il Garigliano.
 La 56° Divisione invece cercò di infiltrarsi nella zona di Castelforte e Suio.
 La reazione dei tedeschi fu terribile: il gen. Schlemm, con i suoi caschi verdi,
        unitamente alla 29° e alla 90° Panzer Grenadier, aggredirono la 56° Divisione inglese.
 Il 244° Reggimento fanteria germanico si dispose, intanto, sulla difensiva nei pressi del
        cimitero di Minturno.
 Tra i giorni 17-19 gennaio nel cuore dell'offensiva del Garigliano, Minturno rimase
        intrappolata. Nel mese di febbraio il fronte divenne guerra di posizione. Lo sfollamento
        della popolazione, inviata a nord attraverso i centri di raccolta di Ceprano, Ferentino,
        la Breda di Roma, rendeva ancora più tragico il futuro della nostra gente.
 Ai primi di marzo (5 marzo) i bombardamenti sulla strada Formia-Gaeta divennero più
        frequenti. La Seconda battaglia di Cassino aveva reso più nervoso anche il fronte del
        Garigliano.
 L'11 maggio, alle ore 23, un violento tiro d'artiglieria sveglia tutte le unità tedesche.
        I colpi cadono leggermente dietro le prime linee. La fanteria nemica attacca. La grande
        offensiva di primavera è cominciata.
 "Occorrevano dei soldati intrepidi, resistenti, coraggiosi sia davanti alla fatica
        che davanti al rischio, capaci di uno sforzo fisico e morale spinto fino al limite delle
        loro forze per mandare a buon frutto un'azione che il comando tedesco aveva giudicato
        impossibile. Esso attendeva sulle
 strade il grande corpo che è stato impiegato impiegato sui Monti Aurunci"!
 Così commentava Danner. "La situazione tattica era la seguente: I tedeschi avevano
        predisposto la loro linea di difesa munitissima tra il Garigliano e M. Majo e
        M.Castellone. Dietro a quei capisaldi un altro chiavistello: la linea Hitler. La prima
        fase dell'attacco comportò la rottura della linea Gustav, proprio sui Monti Aurunci. La
        seconda prevedeva l'occupazione di Ausonia; la terza la liberazione di Esperia; la quarta
        la conquista di Pico e la rottura della Linea Hitler. Il dispositivo di attacco prevedeva:
        in prima
 linea la 2° Divisione di fanteria marocchina, la Divisione Francia Libera al nord, il
        Corpo di Montagna al sud. La riserva la 3° Divisione di fanteria algerina, posta dietro
        il Corpo di Montagna. Le tre divisioni in prima linea ed un'avanguardia blindata della 3°
        Divisione di fanteria algerina partecipano all'"attacco di rottura", avendo come
        missione di mandare le sue avanguardie blindate su Castelforte, Ausonia ed Esperia.
 "Avanti per Allah!" è il grido che trascina verso le cime sbrecciate del
        Petrella e il Corpo di Montagna del generale Sevez.
 Siamo nelle "atmosfere e nei luoghi" del film "La ciociara" di
        Vittorio De Sica, di cui le conseguenze su molte donne del mio paese fino a qualche
        decennio fa ancora si vedevano. Anche a Minturno il fronte, fermatosi intorno a S. Maria
        Infante, avrà momenti di estremo sacrificio...del resto "...attraverso le
        munitissime difese, S. Maria Infante e Pulcherini,
 rappresentavano la porta di accesso per Ausonia".
 La posizione di S. Maria Infante fu difesa per ben due interi giorni di seguito, tra il 12
        e il 14 maggio.
 Essa fu conquistata e perduta per ben 17 volte dalle truppe contendenti
 (un fatto praticamente unico nella storia della guerra di tutti i tempi).
 In un solo giorno l'artiglieria da campo del 913° Battaglione d'artiglieria (11 maggio
        1944) sparò 4.268 colpi su S. Maria Infante riducendola ad una piccola Cassino (ma con
        una percentuale di distruzione praticamente del 100%. Non rimase in piedi nemmeno un muro
        di una casa).
 La linea S costituì la chiave di volta della battaglia cruenta di S. Maria Infante,
        conquistata il 14 maggio. I fortini che erano ubicati nei luoghi strategici rendevano
        praticamente inespugnabile la posizione. Intanto i tedeschi sparavano sui fanti del 351°
        fanteria con mitragliatrici, mortai e cannoni. Nel frattempo bocche di cannoni semoventi
        da Spigno e da
 Ausonia continuavano un fuoco infernale.
 La battaglia di S. Maria Infante durò 60 ore. Solo il 351° reggimento fanteria americano
        perse più di 500 soldati. La Compagnia E, di questo reggimento, cessò di esistere.
 Alla fine, "La presa di S. Maria Infante ruppe la Linea Gustav nel suo punto nodale
        ed aprì la strada per Cassino e per Roma."
 Ci fu la Liberazione, la guerra finì, ma le bombe inesplose hanno continuato a mietere
        vittime e a deturpare per anni dopo la guerra la nostra gente, per non parlare delle
        fucilazioni, a donne e bambini, e dei nostri soldati morti lontano.
 Per questo motivo Minturno ha ottenuto la Medaglia d'Oro (1999).
 
 Alberto Ticconi
    per approfondire:
  Santa Maria Infante Sito dedicato ai tragici eventi di cui
        Santa Maria Infante e i suoi cittadini furono testimoni e vittime durante la Seconda Guerra
        Mondiale attraverso le immagini e i racconti relativi a quei giorni.
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