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L'attualità del messaggio etico della Resistenza
di Massimo Rendina
Agli iscritti all ANPI e ai cittadini di Roma medaglia d oro del
Risorgimento e Guerra di Liberazione.
Quanto accade nel nostro Paese e nel nostro ambito territoriale,
dovuto alla protervia e alle offese al senso, anche il più elementare, della democrazia, la nostra partecipazione alla
protesta popolare nei confronti del regime a forte e crescente connotazione parafascista,
i nostri incontri nei circoli e sezioni per discutere e intraprendere azioni comuni,ci
inducono a riflettere sulla Resistenza per trarne indicazioni che sostengano le nostre
scelte e diano significato alle nostre
attività e iniziative,
E pur vero che dalla Guerra di Liberazione è trascorso
abbondantemente il mezzo secolo, ma se è anche vero che la democrazia prese realmente
corpo nel mondo dai movimenti antifascisti, antinazisti e antimperalisti (giapponesi)
anche le grandi nazioni democratiche non
erano sino alla Liberazione compiutamente democratiche, gli Stati Uniti per via della separazione razziale, Francia e Gran
Bretagna per via del colonialismo, la stragrande maggioranza delle nazioni sottoposte a
regimi autoritari- è necessario rifarsi a quei momenti di esaltazione delle libertà
fondamentali che avrebbero dovuto farne custodi e promotrici le Nazioni Unite, specie dopo
la fine della Guerra Fredda è lautodissolvimento dell impero sovietico.
Analisi che andrebbe ripresa con onestà intellettuale anche dai nostri partiti di
Sinistra, ma che noi rimandiamo in altra sede, riandando qui solo alle origini della
democrazia in Italia reperibili appunto nell Antifascismo e nella Resistenza.
Crediamo che nella Resistenza italiana -indissolubilmente connessa
con l Antifascismo che qualificò il movimento inizialmente spontaneo- vadano
accolti due aspetti , l individuale e il collettivo, non sufficientemente
approfonditi anche perché la situazione culturale della Resistenza era soggetta, come
abbiamo detto più volte,
alla reticenza dei partiti preoccupati che il confronto portasse a
fratture nel C.L.N. la cui unità politica e militare era
presupposto dell efficienza della guerriglia partigiana.
Ora, sebbene con ritardo, appare impellente, proprio in presenza di
gravi minacce al sistema democratico da parte della maggioranza al governo, riandare al
valore propedeutico della Resistenza per la sua opposizione culturale alla concezione
fascista che considerava la persona quale prestito volontario di se stessa allo Stato,
sino ad annullarsi come persona: teorizzazione della mistica fascista mediante
la quale luomo avrebbe dovuto essere plasmato dall educazione fascistamitizzante
la figura del duce. Aderire e partecipare alla Resistenza significò pertanto riconquistarsi la qualità umana dando significato
morale al termine libertà (per i cattolici
anche religioso), libertà non solo elemento essenziale politico ma sviluppo dell
autocoscienza esistenziale partecipativa di un azione militare collettiva che
richiamava alla solidarietà estrema tra i combattenti come dimostrano i numerosi episodi
di sacrificio della vita per consentire agli altri
di salvarsi.
Resistenza e Liberazione assumono
quindi il valore morale che combacia con quello patriottico trascendendo il
significato puramente semantico considerando la patria
una società di uomini liberi che hanno compiuto storicamente l
itinerario dell unità nazionale per darsi una comune identità, che resterebbe
sterile senza la solidarietà.
I Costituenti hanno interpretato il senso etico della Resistenza,
scavando anche tra i sentimenti inespressi ricavandone la metacultura resistenziale,
conciliando anche le visioni sociali tra liberali, cattolici, comunisti, socialisti,
azionisti che anche alle menti più illuminate apparivano inconciliabili. Una guida
irrinunciabile alla convivenza civile, ma non da considerare come un fine raggiunto
esaustivo, sul quale adagiare la nostra pigrizia mentale bensì come l inizio della
ricerca di una nuova cultura atta a superare le remore insite nel sistema di gestione
democratica attuale, pretesto demagogico della vantata tempestiva efficienza decisionale berlusconiana, sia violando la
Costituzione sia riducendo il Parlamento alla subalternità di ratificatore di decreti
legge.
Ritornando alla Resistenza, il fatto che un numero esiguo di donne e
uomini, partigiani in armi abbia potuto, anche se aiutati dalla stragrande maggioranza
della popolazione, ma in condizione di inferiorità opporsi validamente alla potente
macchina di guerra nazifascista, dando un contributo notevole alla vittoria alleata e
salvando dalla distruzione, nelle giornate insurrezionali, manufatti, fabbriche, centrali
elettriche, strutture portuali, si spiega con leticità
della Resistenza dovuta alla sua condivisione da parte di concezioni ideologiche tanto differenti, oltre che all
intelligenza (unificante del corpo militare) dei vertici ciellenisti. Tale richiamo storico, da approfondire nei nostri
circoli e sezioni, ci sembra indispensabile, rapportandolo al presente, sia come collante
tra le forze di opposizione sia per indurre
tanti cittadini a superare lindifferenza fatalistica nei confronti della politica, e
a rifiutare le mistificazioni di chi, al
potere, lo usa in modo autoritario e
sostanzialmente antisociale. Con un avvertimento: trascurare il patrimonio etico
resistenziale porta a sottovalutare, in quanto
fonte della nostra democrazia, lamoralità
pubblica dilagante, i fenomeni di corruzione che denunciano la complicità tra malavita e
politica, e non affrontare adeguatamente la sottocultura televisiva che crea falsi modelli
sovrapponendo levasione dell intrattenimento fine a se stesso, o in funzione
consumistica, alla stessa realtà in cui il crescere delle ingiustizie sociali e gli
obblighi al loro rimedio vengono trascurati per non turbare lottimismo che, mediante
le falsificazioni sistematiche, serve alla maggioranza al governo per assicurarsi il
consenso.
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