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Strategia militare e obiettivi contendenti (1939)

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Germania

Il programma politico-militare di Adolf Hitler ha come obiettivo ultimo, di lungo periodo, la conquista del dominio mondiale. Il piano strategico per realizzarlo prevede due fasi. La prima riguarda la creazione di un impero continentale tedesco per mezzo di una guerra europea finalizzata alla conquista dello "spazio vitale", ad est, così da ridurre la dipendenza della Germania dalla importazione di materie prime dall’estero, e renderla quindi meno vulnerabile in caso di conflitto di lunga durata. Una volta ascesa al rango di potenza mondiale, al pari di Usa, Giappone ed Inghilterra, la Germania avrebbe potuto affrontare, nella seconda fase, la lotta tra i grandi imperi per la supremazia a livello planetario.

Per raggiungere il primo obiettivo, la conquista dello spazio vitale, Hitler sa bene di dover evitare l’errore commesso nella prima guerra mondiale – cioè di essere schiacciato contemporaneamente su due fronti, a est e ad ovest – e perciò programma una serie di guerre lampo distinte e su teatri limitati, prima in occidente contro la Francia per garantirsi la sicurezza alle spalle, poi ad oriente contro l’Urss. Una volta neutralizzata la Francia, principale alleato continentale dell’Inghilterra, secondo il piano hitleriano Londra avrebbe accettato il compromesso con Berlino basato sul riconoscimento dell’egemonia tedesca sul continente in cambio della promessa di non insidiare – per il momento - gli interessi coloniali e imperiali britannici. A questo punto – ma la previsione si rivelerà errata – Hitler avrebbe potuto concentrare tutte le sue forze sul fronte orientale, contro l’Urss, per la conquista dello "spazio vitale".

 

Urss

L’Unione sovietica è uscita profondamente provata dalla Grande Guerra, e la Rivoluzione del 1917 che ha portato Stalin al potere è ancora troppo recente. La strategia sovietica perciò prevede di rimanerne il più a lungo possibile fuori dal nuovo conflitto, ma fomentando lo scontro fra le potenze imperialiste e approfittare della neutralità per ampliare la "fascia di sicurezza" verso occidente, sfruttando le concessioni ottenute dai vari contendenti interessati all’alleanza con Mosca. Solo quando le potenze imperialistiche si fossero notevolmente indebolite, scontrandosi fra loro, l’Urss avrebbe potuto entrare in guerra facendo valere tutto il proprio potenziale per decidere gli esiti finali del conflitto a proprio vantaggio.

 

Giappone

L’obiettivo principale della strategia giapponese è di estendere il proprio controllo anche sulla Cina, inserendola nel "grande spazio". Le possibili vie da seguire sono: accordo con gli Usa per togliere alla Cina il principale amico; accordo con Francia e Inghilterra (più facile da ottenere per via della guerra che sta per scoppiare in Europa, ma meno utile ai fini dell’obiettivo da raggiungere); accordo con l’Urss (assai improbabile nell’ottica giapponese); espansione militare, col supporto di alleati europei, dalla Manciuria contro l’Urss e da Formosa e dal sud-est della Cina verso il sud-est asiatico contro i ricchi possedimenti coloniali di Olanda, Francia e Inghilterra (mettendo però in conto il rischio di dover fare guerra anche agli Usa). I gruppi diplomatici e finanziari legati alla marina auspicano la soluzione del compromesso con gli Usa, ma i primi successi di Hitler in Europa contribuiscono a spostare i rapporti di forza a vantaggio di chi vuole l’alleanza con la Germania.

 

Italia

I primi successi militari tedeschi spingono Mussolini a decidere l’ingresso in guerra dell’Italia, dopo mesi di titubanza, nella convinzione che il conflitto durerà poco e, soprattutto, nel timore di essere escluso dal tavolo della pace, cioè della spartizione dei territori. L’Italia però non ha piani militari precisi e – come dimostrerà la fallimentare campagna di Grecia – l’esercito è assolutamente impreparato ad affrontare un conflitto che ben presto diventerà totale, su di una pluralità di fronti e scenari assai diversi fra loro. La strategia prevede, genericamente, offensiva nella Francia meridionale, difensiva strategica in Libia (sul fronte egiziano e tunisino) e sul Dodecaneso, e attacco contro la Somalia francese (Gibuti). La "guerra parallela" – autonoma rispetto a quella condotta dalla Germania - lanciata da Mussolini con l’aggressione alla Grecia, si rivelerà presto un disastro, costringendo i tedeschi ad intervenire nei Balcani e segnando le sorti del regime fascista.

 

Inghilterra

Uscita a pezzi dalla Grande Guerra, l’Inghilterra – così come la Francia – deve fare i conti con una opinione pubblica interna più attenta ai problemi sociali che alla politica estera e fortemente contraria ad un nuovo conflitto. Sul piano strategico – come più volte segnalato dallo Stato Maggiore – il principale problema è rappresentato dalla difficoltà di difendere un impero così vasto se attaccato contemporaneamente in Estremo Oriente, Mediterraneo ed Europa (dove lo sviluppo dell’aviazione tedesca mette per la prima volta il popolo inglese a rischio di essere colpito direttamente). Obiettivo della diplomazia (Appeasement) è dunque quello di ridurre il numero dei potenziali nemici (Germania, Italia e Giappone) e cercare potenziali alleati.

Per condurre una guerra su vasta scala, Londra deve necessariamente coinvolgere i propri dominions, ma molti di essi sono poco propensi a combattere in un conflitto le cui motivazioni sono prevalentemente europee. Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale la concentrazione di forze contro gli interessi britannici è talmente soverchiante (in Europa e in Estremo Oriente) che difficilmente avrebbe potuto vincere senza l’intervento delle superpotenze, Usa e Urss.

 

Francia

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale la Francia è nella situazione peggiore, non solo perché la sua economia è in crisi, ma soprattutto a causa del fatto che il suo elaborato sistema di sicurezza in Europa è stato praticamente distrutto: la rioccupazione tedesca della valle del Reno riduce al minimo le possibilità per l’esercito francese di compiere azioni offensive che possano mettere sotto pressione Berlino; il proprio territorio è particolarmente vulnerabile da parte dell’aviazione tedesca, mentre quella francese sta diventando antiquata; l’affare abissino e l’asse Roma-Berlino hanno trasformato l’Italia da alleato a nemico; la neutralità dichiarata dal Belgio sconvolge i piani difensivi perché non c’è modo di tappare quella falla, a causa dei costi, allungando la linea Maginot; con la guerra civile spagnola è nato uno stato fascista anche alle proprie spalle.

 

USA

Negli anni immediatamente precedenti al Seconda Guerra Mondiale negli Usa prevalgono le tendenze isolazioniste. Tuttavia, si registra un notevolissimo aumento della spesa militare che rende nel giro di breve tempo esercito, marina e aviazione più adeguate ad una guerra di grandi dimensioni. Il "gigante addormentato" – definizione dell’ammiraglio giapponese Yamamoto – ora si stavano svegliando. Del resto agli Usa sarebbe bastato aumentare la quota di spesa per la difesa, portandola vicino a quella delle potenze fasciste, per diventare automaticamente la maggiore potenza militare del mondo. È comunque fin da allora abbastanza chiaro che gli Usa non avrebbero potuto lasciare sole Inghilterra e Francia.

 

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