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La seconda guerra mondiale nelle fotografie dell’Istituto Luce

di Stefano Mannucci

Alla vigilia della dichiarazione di guerra, per la precisione ai primi di giugno, gli organi cinematografici del Regio Esercito, della Regia Marina, della Regia Aeronautica e dell’Istituto Nazionale Luce, erano già stati mobilitati, pronti con il loro personale operativo ad iniziare la documentazione della guerra in atto. Il tipo di struttura organizzativa rimase simile a quella del conflitto etiopico[i]. Accanto al servizio Attualità[ii], incaricato di fotografare la mobilitazione del fronte interno, l’Istituto Luce costituì anche il Reparto Guerra, del quale facevano parte numerose squadre di operatori cinematografici e fotografi, dislocate presso le diverse Forze Armate[iii].

A queste squadre appartenevano operatori dell’Istituto Luce ed operatori militari dei vari servizi cinematografici delle Forze Armate, nonché alcuni professionisti privati appositamente reclutati. I vari organi cinematografici e l’Istituto Luce erano così riuniti in un’unica organizzazione, che assommava il personale ed i mezzi tecnici di ognuno.

Per il servizio presso le unità del Regio Esercito, erano state costituite sette squadre di operatori e fotografi, più una di collegamento ed una per riprese sonore, per un totale di nove squadre dislocate presso i comandi delle varie unità combattenti, composte appunto da elementi sia dell’Istituto Luce, sia del Servizio Fotocinematografico dello Stato Maggiore del R.E., ed attrezzate con i mezzi tecnici dei due organismi. Un’altra sezione fotocinematografica dell’Istituto Luce, composta da sette operatori e quattro fotografi, era stata messa a disposizione della Regia Marina, per effettuare la documentazione della guerra sul mare. Alle dipendenze di un «Nucleo Comando e Collegamento», erano state poste quattro squadre di operatori e fotografi, composte da elementi dell’Istituto Luce e della Regia Aeronautica, e dislocate rispettivamente presso il comando della Prima, della Seconda, della Terza squadra aerea, e presso i reparti aeronautici della Sardegna. In Libia, le riprese erano affidate ad ulteriori tre squadre di operatori, che svolgevano la loro attività di documentazione fotocinematografica alle dirette dipendenze del locale Governo Generale; mentre la copertura dei territori dell’Africa Orientale Italiana, era affidata al Reparto Luce AO.

Anche in Albania, le riprese furono affidate agli operatori del Luce che normalmente erano dislocati in quel territorio. Il materiale girato dalle varie squadre di operatori era inviato dai vari fronti all’Istituto Luce, dove una volta raccolto, era sottoposto ai consulenti dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, i quali prestavano sia un’opera di consulenza tecnico-militare per la composizione ed il montaggio dei filmati, sia effettuavano un’opera di vera e propria censura.

Il materiale era quindi passato alle cineteche militari ed agli archivi fotografici di competenza; mentre il materiale giudicato programmabile in pubblico era utilizzato per produrre i cinegiornali ed i documentari che il Luce avrebbe poi distribuito per la proiezione. Tutti gli articoli, ma soprattutto tutte le fotografie di carattere militare, anche se non inviate dai corrispondenti di guerra, dovevano essere inviate al Ministero della Cultura Popolare, per essere sottoposte alla preventiva autorizzazione alla pubblicazione sulla stampa quotidiana e periodica. Identica procedura era prevista per le fotografie concernenti le visite di Mussolini in ispezione nelle zone di operazione. In un rapporto del 1941, il Minculpop ricordò «nel modo più tassativo e categorico» che tali fotografie non potevano «essere pubblicate se non con specifica autorizzazione di questo ministero[iv]».

pallanimred.gif (323 byte) Leggi il saggio completo (documento word)

pallanimred.gif (323 byte) Appendice fotografica

 

Note

[i] Vedi il saggio La fotografia strumento dell’imperialismo fascista, pubblicato all’indirizzo http://www.romacivica.net/anpiroma/fascismo/fascismo17e.htm.

[ii] D’ora in poi, per distinguere la differente origine fotografica e semplificare la conseguente diversa provenienza archivistica, intenderò con il termine Luce i fotografi adibiti ad effettuare il servizio attualità, e le immagini conservate tutt’ora in tale fondo nell’archivio dell’Istituto; mentre con il termine Reparto Guerra specificherò i servizi fotografici effettuati dalle squadre operative sui vari fronti od ancora oggi appartenenti all’archivio del reparto medesimo.

[iii] Vedi Cerchio Fernando, Servizio di guerra, in Cinema. Organo della Federazione nazionale fascista dello spettacolo, 10 luglio1940, n.97, pag.12-13.

[iv] La disposizione è conservata in ACS, MCP, Gabinetto, b.51, f. Rapporto ai giornalisti del 2 febbraio 1941, sf.92.

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