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Giovanni Cecini
I soldati
ebrei di Mussolini
Mursia 2008
Questo
saggio analizza la presenza ebraica allinterno delle Forze Armate italiane dal
Risorgimento fino alla Seconda guerra mondiale. Sia in pace che in guerra gli ufficiali e
i militari israeliti furono elementi essenziali, partecipando alla costruzione dello Stato
italiano e alla solidità delle istituzioni civili e militari. Lappartenenza
religiosa e di comunità venne gradualmente sostituita dalladesione a un
Patria, i cui destini erano legati agli altri abitanti della Penisola, senza distinzioni
di religione o cultura. Il regime di Mussolini non mutò questa condizione, anzi anche
nelle guerre dEtiopia e di Spagna il contributo ebraico fu notevole e esemplare. La
politica fascista sempre indirizzata allobiettivo di trovare vantaggio nelle
specifiche situazioni, anzi arrivò a livello internazionale anche ad appoggiare alcune
frange sioniste revisioniste con il proposito di ostacolare la presenza britannica in
Palestina. Solo il problema razziale scaturito dalla fondazione dellImpero nel 1936,
la sterzata totalitaria e lavvicinamento diplomatico alla Germania hitleriana,
portò anche in Italia il clima antisemita. La legislazione antiebraica avviata a partire
dal 1938, tra i tanti provvedimenti adottati, comportò anche la completa espulsione di
tutti i militari israeliti, creando drammi personali e tragiche scelte: isolamenti,
emigrazioni e suicidi, sempre però con la convinzione di aver onorato fino allultimo
la divisa di soldati italiani. Ormai relegati a cittadini di serie B, chi
riuscì a scampare alle deportazioni, desideroso di combattere ancora una volta per lItalia,
trovò spazio nelle file della Resistenza o del ricostituito Regio Esercito nellItalia
meridionale.
Giovanni Cecini è nato a Roma nel 1979.
Laureato in Scienze Politiche e in Lettera e Filosofia e collaboratore dellUfficio
Storico dello Stato Maggiore dellEsercito, è autore di articoli e saggi storici su
riviste specializzate. |