home |
|
Inchieste
L'inchiesta della Procura di Genova
"Le false denunce dei noglobal smascherate dalle
intercettazioni"
Il dossier di quaranta pagine della Questura sulla stampa
Genova - Il dossier è nelle mani del sostituto procuratore
Massimo Terrile. Contiene sette articoli pubblicati su
quotidiani o diffusi attraverso emittenti televisive in cui sono
riportati macroscopici falsi. Come quello di un gruppo di
ragazze austriache che lamentavano di essere state
violentate. La Polizia ha scoperto che era una notizia falsa.
Oppure quel gruppo di teatranti di Vienna che all'uscita dal
carcere denunciarono di essere stati malmenati dai
carabinieri che li avevano rinchiusi a Forte San Giuliano.
Tutto falso, dice la questura: delle cimici' nascoste nelle celle
registrarono le loro voci mentre si mettevano d'accordo per
raccontare versioni di comodo. Non solo. Nel dossier
compaiono anche spezzoni di una denuncia fatta da un
giovane manifestante ad un ufficiale di polizia giudiziaria nella
quale si menzionano abusi nella caserma di Bolzaneto dove
però, non è mai entrato. «Cose del genere - spiega il
Questore Oscar Fioriolli - suscitano fondati sospetti anche sul
resto della denuncia». Per ora la Procura ha aperto un
fascicolo contro ignoti per falso. Chi sarà ritenuto
responsabile, rischierà l'arresto fino a tre mesi e un'ammenda
di 600 mila lire. L'articolo 656 recita "che chiunque pubblica o
diffonde notizie false, esagerate o tendenziose per le quali
possa essere turbato l'ordine pubblico è punito con l'arresto e
con l'ammenda". Diverso se la falsità è contenuta in una
denunzia all'autorità giudiziaria. Il reato diventa calunnia e fa
lievitare la pena da due a sei anni. Articolo 368: "Chiunque,
con denunzia, anche se anonima, incolpa di un reato taluno
che sa innocente, è punito con la reclusione".
Insieme al dossier sui "falsi", il questore ha consegnato
all'autorità giudiziaria anche un'informativa intitolata Blocco
Nero. Sono quaranta pagine sulla storia del Genoa social
forum e le sue varie anime. Sono allegati anche le trascrizioni
di intercettazioni telefoniche avvenute nelle settimane
precedenti il G8. In alcune, tra frequentatori dei centri sociali
di Genova, Milano, Padova e Roma, ci sono specifici
riferimenti alla tre giorni di luglio. In una telefonata, uno dei
due interlocutori annuncia: «A Genova sarà un casino
pazzesco». L'informativa concede largo spazio al leader delle
tute bianche Luca Casarini. Ieri l'altro, a Brescia per la festa
di Radio Onda d'Urto, emittente locale legata ai centri sociali,
Casarini ha detto: «Il 99 per cento dei problemi all'interno del
movimento antiG8 sono la polizia e i carabinieri perché quello
che è avvenuto a Genova è una sommossa di polizia. Le
barricate - ha detto Casarini - le abbiamo fatte per impedire
che ammazzassero più gente. È stato il tentativo di fermare
jeep, blindati e camionette che arrivavano a sessanta
chilometri all'ora nei cortei». Ieri sera, a Imperia, in un
meeting di antiglobalizzazione, i rappresentanti delle varie
organizzazioni che si erano riunite sotto la sigla di Genoa
Social Forum in occasione del G8 hanno espresso la volontà
di ricercare nuove forme di dissenso dopo l'esperienza
genovese. «Non abbandoneremo la piazza - ha spiegato uno
dei partecipanti alla riunione - ma certamente dopo Genova è
necessaria una discontinuità nell'azione ed una pausa di
riflessione». (b. p.)
(la Repubblica, 26 agosto 2001)
torna a Speciale G8  |