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Inchieste
 

L'indagine conoscitiva del Parlamento

pallanimred.gif (323 byte) L'allarme dei Servizi segreti. "Autunno a rischio attentati"

Gli 007 indicano anche i possibili obiettivi dei terroristi:
magistrati, giornalisti e poliziotti

di Claudia Fusani

ROMA - Un autunno a rischio di azioni terroristiche, scontri
di piazza, piccoli attentati. Lo dicono gli 007 che avvisano il
governo con una relazione, la semestrale sulla Politica
informativa e della Sicurezza, di oltre sessanta pagine dai toni
molto preoccupati. Sono individuati gli obiettivi da colpire:
«Strutture o personaggi del mondo giudiziario, degli apparati
di sicurezza e della stampa». E i momenti e i luoghi «più
favorevoli per le nuove sortite», cioè «gli appuntamenti
internazionali di richiamo, il dibattito sulla legge finanziaria e
sul welfare, le vertenze occupazionali, il rinnovo dei contratti
e i progetti di riforma dello Stato». Un contesto amplissimo,
dove agirà «una pluralità di attori». Il dossier ne individua
almeno quattro. C'è «una frangia brigatista che sta
proseguendo l'azione di propaganda e proselitismo per una
nuova lotta armata con l'obiettivo di creare una rete
terroristica distribuita sul territorio e suddivisa in cellule
autonome sul modello delle vecchie colonne bierre». Ci sono
«gruppi minori (ad esempio Nta e Niprndr) che tentano di
accreditarsi presso le BrPcc cercando di non assumere troppi
rischi e privilegiando l'aspetto comunicativo», cioè volantini e
rivendicazioni di azioni minori. C'è, più in generale, «l'area
antagonista e movimentista che potrebbe decidere di fare il
salto dalla protesta di piazza alla lotta armata». Infine, il
quarto soggetto, indicato con «assoluta centralità», la
«componente anarcoinsurrezionalista, che sfugge a
connotazioni verticistiche e sclerotizzazioni ideologiche, gruppi
collegati con l'estero estremamente duttili sulle strategie da
impiegare e inclini ad affiancare all'opzione terroristica lo
scontro di piazza». Cioè ad usare la protesta di piazza come
alibi e scudo per azioni più dure.
Il dossier è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio
pochi giorni prima della bomba alla procura di Venezia.
Nonostante sia stato chiuso il 30 giugno, prima degli scontri
del G8, il rapporto ha anticipato con molta lucidità la cronaca
e i fatti di questo ultimo mese indicando «frange violente fra i
noglobal» dove resta prevalente l'ala moderata ma dove «la
tematica trasversale dell'antiglobalizzazione è l'occasione per
indirizzare verso un alveo eversivo la contestazione
antisistema e antioccidentale».
Un autunno ad alta tensione, dunque. A cui si aggiungono,
aggravando la situazione, le forze dell'ordine sotto inchiesta
per le violenze di Genova e i vertici delle polizie che stanno
ancora cercando risposte per quegli errori e quegli eccessi.
Un autunno che vedrà il malessere sociale accompagnato da
una piazza arrabbiata e «nemica» degli uomini in divisa.
Come vent'anni fa.

(la Repubblica, 15 agosto 2001)

 

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