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I Gap

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pallanimred.gif (323 byte) L'organizzazione dei Gap

Struttura base dei GAP è la squadra composta da 3-4 uomini: il caposquadra, il vicecaposquadra e due gappisti. Tre squadre formano un distaccamento posto agli ordini di un comandante e di un commissario politico pari grado e, laddove gli organici, sempre estremamente esigui, lo consentono, 3-4 distaccamenti costituiscono una brigata. Della brigata, inoltre, fanno parte gli addetti all'intendenza, ai servizi informativi, alla confezione degli ordigni esplosivi, ai depositi armi, al servizio sanitario e infine 2 o 3 staffette, solitamente donne.

A differenza di tutte le altre formazioni Garibaldi di montagna o di pianura (SAP), nelle quali il reclutamento è aperto a tutti, indipendentemente dalle loro convinzioni religiose, ideologiche e politiche, purché disposti a battersi contro i nazifascisti, i GAP rappresentano il braccio armato del PCI, sono formati unicamente da militanti comunisti e, fino alla costituzione dei Comandi provinciali garibaldini (tarda primavera 1944), dipendono da un Comitato militare (detto Triangolo di partito e composto da un responsabile generale, un responsabile della tecnica e uno delle azioni) le cui scelte strategiche avvengono in stretto collegamento con il segretario e con il responsabile del lavoro militare della Federazione provinciale comunista nel cui territorio i GAP si trovano a operare. Al vertice della brigata vi sono un comandante e un commissario politico collegati con il comando superiore attraverso frequenti e periodici contatti con un ufficiale di collegamento avente al contempo funzioni di supervisore. Il comandante, oltre a partecipare alle azioni, ha la responsabilità dell'efficienza operativa della formazione, del rendimento di tutti membri, e in particolare, dell'operato dei comandanti di distaccamento. Il commissario politico, che condivide le responsabilità militari del comandante e partecipa alle azioni, ha in particolare il compito di curare il morale e sviluppare l'educazione politica e la combattività dei gappisti spiegando loro, di volta in volta, la necessità e gli scopi politici oltrechè militari delle azioni da compiersi. Il commissario politico giudica il comportamento dei gappisti in azione e decide le promozioni a caposquadra, inoltre é responsabile della sicurezza dell'organizzazione e del rispetto delle norme cospirative e controlla la vita privata e la moralità di ogni membro per verificare che siano consone alle finalità della lotta e per impedire quelle degenerazioni cui può portare l'esercizio continuato della violenza.

Il reclutamento degli uomini avviene (o dovrebbe avvenire) attraverso una rigorosa selezione degli elementi segnalati dai capi delle cellule comuniste di strada e di fabbrica a un incaricato della Federazione comunista provinciale il quale li passa alle dipendenze del comando di brigata dopo aver accertata l'esistenza e la solidità dei necessari requisiti: maturità politica, indiscussa moralità, dedizione alla causa, spirito di sacrificio, capacità di iniziativa, coraggio e determinazione nell'agire. Una volta entrato a far parte dell'organizzazione il gappista deve abbandonare il proprio lavoro e troncare ogni rapporto con familiari, amici e conoscenti, deve vivere nella base clandestina assegnatagli, adottare un nome di battaglia ed essere conosciuto dai compagni solo con quello, non deve avere frequentazioni di alcun genere e deve mantenere i contatti quando gli viene ordinato e solo con i membri della sua squadra e con i suoi superiori gerarchici.

Queste la teoria e le norme stabilite. Nella realtà le difficoltà di reclutamento, dovute alla costante penuria di volontari disponibili ai pericoli e alla tensione della vita gappista, conducono non di rado a un allentamento dei criteri selettivi e ad arruolare gruppi di giovani operai comunisti già legati fra loro da precedenti rapporti di amicizia o di conoscenza, trasgressioni che, unitamente all'inesperienza dei primi gappisti, a una non sempre rigorosa osservanza delle norme cospirative e alla sottovalutazione delle capacità di infiltrazione del nemico, causano in tempi diversi ripetute cadute nelle organizzazioni gappiste.                             

Le azioni vengono decise dal comando di brigata che ne affida l'esecuzione ai vari comandi di distaccamento con i quali ne studia la preparazione generale. Modalità esecutive, scelta degli uomini e del tipo di armamento (pistola, mitra, bombe a mano, particolari ordigni esplosivi confezionati dal tecnico della brigata), assegnazione dei compiti vengono decisi dai responsabili di squadra o di distaccamento che, insieme ai partecipanti studiano l'azione in ogni dettaglio prestando particolare attenzione alla fase della ritirata. Oltre ai diretti interessati nessun altro gappista deve essere messo a conoscenza di alcunchè su operazioni da compiersi o compiute. Conclusa l'impresa, il comando di distaccamento deve tempestivamente far pervenire un dettagliato rapporto ai diretti superiori. Nessuna azione deve essere improvvisata nè, una volta giunti sul luogo all'ora concordata, sono ammesse variazioni al piano stabilito, piuttosto si rimanda l'operazione. Unica eccezione la caccia libera eseguita di preferenza contro ufficiali tedeschi, SS o appartenenti a formazioni volontarie fasciste (X MAS, Brigate Nere, Legione Ettore Muti, ecc.), sempre però su ordine del comando di distaccamento. Talvolta per l'eliminazione di figure particolarmente rappresentative, come ad esempio nel caso del Federale fascista di Milano, Aldo Resega, per evitare il pericolo di un sovraccarico di tensione emotiva, ai gappisti incaricati dell'azione vengono comunicati soltanto l'ora e il luogo senza precisare l'identità del personaggio che sarà loro indicato da una staffetta al momento dell'esecuzione.

In caso di cattura, anche se sottoposto a tortura, il gappista non deve fornire nessuna informazione che possa portare all'individuazione di compagni di lotta, compromettere l'esistenza dell'organizzazione o la sua efficienza, piuttosto deve suicidarsi. Diversamente viene considerato come un traditore passato al nemico e, in relazione alla gravità delle informazioni fornite e del danno arrecato all'organizzazione, vengono emessi provvedimenti punitivi da scontarsi a guerra finita o addirittura, nel caso di manifesta attività collaborazionista, condannato a morte.

 

pallanimred.gif (323 byte) La nascita e gli organizzatori dei Gap

pallanimred.gif (323 byte) Figure di gappisti:

Dante di Nanni

Bruno Fanciullaci

Umberto Ricci "Napoleone"

Rosario Bentivegna e Carla Capponi

pallanimred.gif (323 byte) Episodi:

Piazzale Loreto, 10 Agosto 1944

Sui torturatori milanesi Documento audio

Via Rasella

 

(materiale in parte tratto dal sito rossaprimavera.org) 

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