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Le indagini

"E' Saddam il mandante dell'attentato"
Per il Mossad il rais si è vendicato della Guerra del
Golfo
GERUSALEMME - Osam bin Laden è stato l'esecutore, ma il mandante occulto dell'attacco
all'America dell'11 settembre è l'Iraq di Saddam Hussein. A sostenerlo sarebbe il
servizio segreto militare israeliano, secondo le indiscrezioni raccolte dal giornale
britannico Jane's, una delle più autorevoli riviste di affari militari. La tesi di una
«connection irachena» era già circolata nei giorni scorsi, quando si è diffusa la
notizia di un incontro segreto avvenuto in Europa un mese prima dell'attentato tra uno dei
dirottatori dei jet e il capo dell'intelligence di Bagdad. L'Iraq l'ha smentita
risolutamente. Ma l'invio di decine di cacciabombardieri americani nel Golfo Persico e i
minacciosi segnali inviati dall'amministrazione Bush a Saddam hanno rilanciato la
possibilità che, dopo bin Laden, dopo l'Afghanistan dei talebani, anche l'Iraq finisca
nel mirino della «guerra al terrorismo». Mentre a Tel Aviv si allungano le code ai
centri di distribuzione di maschere antigas, come durante la guerra del Golfo del 91,
quando l'Iraq lanciò 37 missili Scud su Israele, le rivelazioni di Jane's sembrano
rafforzare questo scenario.
«Gli iracheni, che per anni hanno pagato gruppi terroristici affinché facessero i lavori
più sporchi per suo conto, hanno scoperto nell'ultimo decennio i vantaggi di utilizzare
alQaeda, l'organizzazione di Osama bin Laden», scrive la rivista inglese, citando fonti
anonime di Aman, il servizio di spionaggio militare di Israele. Secondo l'intelligence
dello Stato ebraico, vari alti ufficiali dei servizi segreti iracheni hanno fatto la spola
tra Bagdad e Kabul, dove si sarebbero incontrati più volte con Ayman alZawahri, un
egiziano ricercato dagli Stati Uniti per gli attentati del 95 contro le ambasciate
americane in Kenya e in Tanzania, l'uomo considerato il «numero due» di bin Laden. Uno
di questi ufficiali, afferma il giornale, sarebbe stato arrestato l'ottobre scorso dalla
polizia pakistana alla frontiera con l'Afghanistan. L'Iraq avrebbe stabilito rapporti
anche con un secondo «super terrorista», il libanese Imad Moughniyeh, capo delle
operazioni speciali degli Hezbollah, ritenuto l'artefice dell'attentato del 1983 che
uccise 241 Marines all'ambasciata americana a Beirut: l'attacco che indusse gli Usa a
ritirarsi dal Libano. «Saddam ha probabilmente finanziato entrambi, dando sostegno
logistico e assistenza tecnica all'attacco contro le Torri gemelle di New York e il
Pentagono», dice la fonte israeliana a Jane's.
Deciso a vendicare la sconfitta nella guerra del Golfo, e a rispondere ai bombardamenti
angloamericani che continuano tuttora sull'Iraq, Saddam avrebbe architettato un piano per
umiliare gli americani e deviare la prevedibile rappresaglia su bin Laden. Un complotto
degno di un romanzo di spionaggio. Chissà se è vero.
(e.f.)
(la Repubblica, 21 settembre 2001)
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