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Guerra, la partecipazione dell'Italia
L'Italia nella
forza di pace Onu |
Saranno 350 i soldati italiani a Kabul
Martino:
"Partono dopo Natale i soldati italiani della pace"
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Le nostre navi nel mar Arabico autorizzate a sparare |
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Molto probabilmente il comandante della missione sarà
un generale inglese |
Le truppe dovrebbero schierarsi entro il 22 dicembre, quando si insedierà
Karzai |
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ROMA «Fate presto, non potrò governare a Kabul
"protetto" dai soldati dell'Alleanza del Nord». È questo il messaggio che
Hamid Karzai, il nuovo premier dell'Afghanistan, ha mandato in queste ore al Dipartimento
di Stato e ai paesi europei che vogliono creare una forza di pace Onu da schierare a
Kabul. Ed è questo l'allarme che Renato Ruggiero ha interpretato e rilanciato al suo
premier Silvio Berlusconi: fare presto per la forza di pace. Anche perché alle navi
italiane pare ormai certo che spetteranno le regole d'ingaggio (rules of engagement) più
"reattive", ossia quelle che autorizzano la forza contro il nemico. Per questo
alcune nostre unità navali passeranno sotto il comando diretto degli Usa. L'Italia ha
dunque già deciso di partecipare alla missione militare a Kabul, cosa che il ministo
degli Esteri ha confermato ieri a Roma all'inviato di Kofi Annan, Lahkdar Brahimi.
Ruggiero lo ha detto chiaramente, «l'Italia è pronta a partecipare», ma mancano ancora
molti tasselli alla creazioene della forza Onu. Fonti del Ministero della Difesa
confermano a Repubblica che «un primo nucleo di Carabinieri del battaglione Tuscania è
pronto a partire in 48 ore per Kabu». «Noi speriamo che il Consiglio di Sicurezza si
muova con grande rapidità, e questa è l'idea che lo stesso Brahimi ci ha trasmesso»,
dice l'ambasciatore Enrico De Maio, inviato italiano per l'Afghanistan e grande
conoscitore dei clan e della politica di quella regione: «Il ministro Ruggiero spera che
entro questa settimana il Consiglio di Sicurezza voti la formazione della forza, che
andrà creata e schierata quanto prima a Kabul per garantire una cornice di sicurezza
all'amministrazione provisoria che l'Onu stessa ha sponsorizzato».
Brahimi, che dopo aver visto Ruggiero si è spostato da re Zahir nella sua villa sulla
Cassia, ha detto apertamente che l'Onu «conta molto sull'Italia e sui suoi partner nella
Ue» per creare la forza di pace. L'inviato di Kofi Annan, un ex ministro degli Esteri
algerino da anni al vertice delle Nazioni Unite, ha rifiutato di entrare nei dettagli,
innanzitutto il "cappello" dei soldati di pace. Sarà "casco blu" se
la forza sarà formalmente sotto comando Onu, guidata e gestita direttamente dal Palazzo
di Vetro. Sarà l'elmetto mimetico dei vari eserciti che la comporrano se, invece, l'Onu
si affiderà a una coalizione di paesi che accettano di proteggere Karzai a Kabul.
Tutto lascia intendere che questa sarà la soluzione, e perciò avere il comando della
missione sarà assai importante: il responsabile militare avrà una possibilità di
manovra che un "casco blu" sottoposto al volere dei funzionari del Palazzo di
Vetro difficilmente potrebbe ottenere. Anche per questo Londra ha lanciato una vera
offensiva politicomediatica per assicurarsi la guida della Forza, contro la Germania e la
Turchia.
«Gli inglesi dicono di poter offrire fino a 10.000 uomini», sostiene una fonte del
Ministero della Difesa, «io non credo che arriveranno a tanto, ma è il segnale del fatto
che vogliono mettere i tedeschi di lato per avere la guida della missione». In effetti
ieri il ministro della Difesa inglese, Geoff Hoon, è arrivato solo a un passo dal
chiedere apertamente il comando, dicendo che il suo paese è pronto ad assumersi tutti gli
"oneri" necessari.
Non sarà uno scherzo, l'operazioneAfghanistan rischia di impegnare gli eserciti di mezzo
mondo (con gli europei ci saranno molti islamici, fra cui di sicuro Turchia, Giordania e
Bangladesh) per almeno 18 mesi. In un teatro assai pericoloso, potenzialmente ostile: se
pure reggeranno gli accordi fra i partiti "politici" di Bonn, l'Afghanistan in
questi anni è stato governato da signori del contrabbando e della droga. Non votano
all'Onu, ma sanno usare i kalashnikov. Chiunque metterà piede in Afghanistan potrebbe
accorgersene presto. |
(la Repubblica, 10 dicembre 2001)
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