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Il
movimento pacifista
Nei campus americani risorge il pacifismo
Da Berkeley a Boston gli universitari americani si
mobilitano per la "Giustizia pacifica"
WASHINGTON - Harry Belafonte, Danny Glover, un simbolo della lotta per i diritti
civili, Rosa Parks, il fondatore di Cnn, Ted Turner, le chiese e, poi, timidamente, gli
studenti. Mentre una guerra - dove, stavolta, soldati americani potrebbero lasciare la
vita - sembra farsi sempre più vicina, gli Stati Uniti, sommersi da una settimana in una
ondata di patriottismo, riscoprono una sottile vena pacifista. Il movimento ha già un
nome, «Giustizia pacifica», uno slogan, «Giustizia senza guerra», e sta cercando di
mobilitare le università. Ieri, ci sono stati raduni pacifisti in 150 campus, sparsi in
36 diversi stati. Hanno manifestato in migliaia a Berkeley in California e marciato in
centinaia a Boston. Si parla di una manifestazione nazionale, il 30 settembre a Washington
e di una petizione a Bush. E' lo sbocco di decine di veglie pacifiste che si sono svolte,
nei giorni scorsi, un po' in tutta America: da Union Square, a New York, alle università
di San Francisco, fino alle case stesse delle vittime. Judy Keane, che ha avuto il marito
Richard ucciso al World Trade Center ne ha organizzata una, domenica scorsa, a
Wethersfield, nel Connecticut, a cui hanno partecipato 5 mila persone. «L'attacco al Wtc
era la rappresaglia per qualcos'altro - ha dichiarato più tardi la signora Keane - e
questo qualcos'altro era, a sua volta, la rappresaglia per qualcos'altro ancora. Dobbiamo
continuare all'infinito»?
In un appello, il Consiglio nazionale delle chiese scrive che «non si può, per rabbia o
desiderio di vendetta, replicare indiscriminatamente, in modi che possono comportare
l'ulteriore perdita di vite innocenti». Analogo l'appello di Belafonte, Glover e Rosa
Parks contro l'ipotesi di una rappresaglia a largo raggio contro l'Afganistan. Ha detto un
vecchio liberal come Ted Turner, mentre firmava un assegno di 31 milioni di dollari a
favore dell'Onu: «Non si può andare in giro a bombardare indiscriminatamente paesi,
perché sospettiamo che ci abitino terroristi. I terroristi sono dappertutto, anche negli
Stati Uniti: di dove erano quelli dell'attentato di Oklahoma City»?
Sono voci, per il momento, sparse e isolate, in un paese dove, nelle ore successive
all'attacco terrorista, solo la catena commerciale Kmart ha venduto 200 mila bandierine a
stelle e strisce, esaurendo il magazzino e dove, nei giorni scorsi, si sono formate fila
di giovani fuori dagli uffici di reclutamento dell'esercito e della marina. I primi a
sconfessare i giovani che si raccolgono nelle veglie e nelle manifestazioni pacifiste sono
i loro padri che, alla stessa età, mettevano il governo americano sul banco degli
imputati per la guerra nel Vietnam. Todd Gitlin, negli anni 60, guidava l'Sds, gli
Students for a Democratic Society, l'organizzazione alla testa delle dimostrazioni
pacifiste. Oggi, professore di sociologia alla New York University, ha appeso una bandiera
americana alla finestra: «Abbiamo diritto all'autodifesa. Cosa pensano gli studenti, che
Bin Laden vada ad una stazione di polizia per costituirsi»?
(m.r.)
(la Repubblica, 21 settembre 2001)
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