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Reazioni in Italia
Intervento del Ministro della Difesa Martino alle Commissioni
riunite Difesa/Esteri di Camera e Senato (13 settembre
2001)
Signor Presidente, Onorevoli Colleghi,
a premessa di questo mio intervento sento, anch'io, il dovere di esprimere sentimenti di
orrore, sgomento e commozione per quanto successo l'altro ieri negli USA.
La dimensione dell'accaduto comporterà tempi lunghi di approfondimento e giudizio.
S'impone un processo di riflessione e confronto che dovrà essere avviato in tutte le sedi
opportune, prima tra tutte il Parlamento.
Nel contempo, la situazione ha comportato un'immediata attivazione di tutti i necessari
meccanismi istituzionali ed operativi d'intervento sul piano interno ed internazionale.
Il Governo ha già riferito sulle misure prese sul piano interno: il Consiglio dei
Ministri e, conseguentemente, tutti i Ministri interessati hanno adottato decisioni
immediate nei rispettivi settori di competenza.
Per quanto riguarda le iniziative sul piano internazionale mi ricollego a quanto ha ora
comunicato il Ministro RUGGIERO.
Come ha dettagliatamente illustrato il collega, il Consiglio Atlantico di ieri sera ha
concordato che il recente attacco perpetrato contro gli Stati Uniti va considerato un atto
coperto dall'Articolo 5 del Trattato di Washington. L'impegno di difesa collettiva
implicito nel Trattato, naturalmente, discendeva da una situazione geo-strategica chiara,
con un nemico chiaro ed una chiara tipologia di aggressione.
Come tutti sappiamo, dopo l'adozione del Nuovo Concetto Strategico a Roma, nel 1991 e dopo
la revisione di questo concetto al Vertice di Washington nel 1999, l'intero quadro di
riferimento è cambiato. Così come è cambiata la natura dell'Alleanza, che si è
trasformata da sistema di difesa, e cioè esclusivo (ossia orientato contro un potenziale
nemico), in sistema di sicurezza inclusivo, ossia destinato ad ampliare il numero degli
attori per far fronte a minacce dai contorni meno definiti: guerre etniche, instabilità,
conflitti a bassa intensità. Inoltre, è in corso da tempo alla NATO un dibattito sulla
possibilità di estendere la cooperazione alleata contro il terrorismo internazionale a
tutela dei valori quali la libertà, la democrazia come sistema politico, il rispetto dei
diritti umani ed il primato del diritto. Un chiaro riferimento a questo aspetto specifico
è contenuto nell'Articolo 24 della Dichiarazione del Vertice di Washington.
Si tratta di fondamenti etici, di vere e proprie pietre miliari di una condivisa dinamica
di cultura e civiltà.
La dichiarazione della NATO di ieri, relativa all'Articolo 5, non va dunque assimilata
alla situazione pre - 1989, con i suoi automatismi o semi automatismi, ma va letta in
chiave di solidarietà politica e sostegno operativo ad un paese alleato, attaccato sul
suo territorio.
Non siamo, quindi, entrati nella fase di un vero e proprio intervento di tipo militare,
che potrà avere luogo se e quando saranno identificati gli aggressori: in questo caso,
un'entità a carattere verosimilmente non statuale. Cionondimeno, la dichiarazione del
Consiglio Atlantico comporta, già in sé, l'attuazione di misure di sicurezza, per
l'Alleanza ed i suoi membri, che vanno ad integrare quelle già adottate sul piano
nazionale da vari Paesi, tra i quali l'Italia, e che mi appresto ad illustrare.
Dunque, tutto questo non prefigura, al momento, un'azione militare diretta contro
l'aggressore. Prefigura, piuttosto, l'attuazione di ogni possibile forma di cooperazione
per individuare esecutori e mandanti dell'attacco contro il territorio statunitense.
E' evidente che i servizi informativi dei paesi NATO si sono già attivati per uno scambio
approfondito di tutte le informazioni reperibili.
In conclusione, credo che si possa concordare che gli Stati Uniti abbiano correttamente
operato, investendo del problema l'Alleanza nel suo complesso. E' ovvio, infatti, che una
risposta puramente nazionale ad un evento di tante immane portata possa risultare
inadeguata anche per la prima potenza militare globale: la solidarietà alleata viene
incontro all'esigenza di fronteggiare in modo equilibrato e coordinato la situazione. Il
segnale forte che l'Alleanza ha inviato ieri al terrorismo internazionale risponde proprio
a questa esigenza, dimostrando l'adesione di tutti i Paesi membri non solo ai principi
politico-militari, dell'Alleanza, ma agli stessi valori democratici occidentali che essa
incarna.
Va da sé che gli Stati Uniti possono ben ricorrere a forme di autotutela individuale, ma
è altrettanto vero che, ove intendano promuovere un'azione collettiva dell'Alleanza,
dovranno attivarne i relativi meccanismi decisionali per addivenire ad una unanime
deliberazione del Consiglio Atlantico.
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