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ISLAMABAD, 12 SETTEMBRE 2001 - I Taleban hanno paura.
Nelle 24 ore trascorse dai terribili attentati che hanno sconvolto gli Stati Uniti, tre
alti dirigenti della milizia che controlla l' Afghanistan hanno negato che il responsabile
sia il loro 'ospite' Osama Bin Laden. Visibilmente scosso, sudando copiosamente,
l'ambasciatore dei Taleban in Pakistan Abdul Salam Zaeef ha addirittura affermato che la
milizia 'potrebbe considerare' l'ipotesi di espellerlo dal paese.
Da parte sua, Bin Laden, secondo un giornale pachistano, pur ringraziando Allah per
quanto accaduto, avrebbe affermato di non aver 'nulla a che fare' con gli attentati di
ieri negli Usa. «Queste azioni terroristiche sono state condotte da qualche gruppo
americano», avrebbe aggiunto Bin Laden che però avrebbe poi lodato «i coraggiosi
attentatori», secondo il giornale Khabrain.
La paura, a Kabul, è cominciata duranta la notte, quando un deposito di munizioni
è esploso. Poi, bombe hanno colpito l' aeroporto, dal quale i Mig dei Taleban partono per
bombardare le postazioni dell' opposizione, una settantina di chilometri a nordest della
capitale. Testimoni hanno riferito all'Ansa che centinaia di persone si sono riversate
nelle strade della capitale, abitualmente deserte dopo il tramonto, convinte che fosse
l'inizio della rappresaglia americana.
Gli attacchi sono poi stati rivendicati dall'opposizione. «Si tratta di una
rappresaglia per l'attentato a Massud», ha detto Bismillah Khan, uno dei comandanti delle
forze dell'opposizione a nord di Kabul. Ahmad Shah Massud, l' indiscusso leader della
fragile coalizione dei gruppi anti-Taleban, è stato ferito domenica scorsa in un
attentato nel nord dell' Afghanistan. Organi d'informazione e servizi segreti occidentali
ritengono che il popolare 'leone del Panshir', la regione in cui è nato, - che per
vent'anni ha difeso con successo prima dagli attacchi degli invasori sovietici, poi da
quelli dei Taleban - sia morto. I suoi uomini affermano invece che è solo ferito.
Ma la sorte di Massud è passata in secondo piano dopo gli attentati di New York e
Washington. Prendendo la palla al balzo, i Taleban hanno subito lanciato un'offensiva a
nord di Kabul, verso le posizioni dalle quali si controlla l'accesso al Panshir. Come la
sorte di Massud, le vicende militari afghane sono state oscurate dagli avvenimenti di
ieri. In serata i taleban hanno poi fatto sapere che eventuali attacchi di rappresaglia
americani contro l'Afghanistan non sarebbero coronati da successo e servirebbero solo a
diffondere maggiore odio per gli Usa nella regione.
L'ambasciatore dei Taleban in Pakistan ha detto che dovranno essere presentate e
valutate le prove a carico di Bin Laden e che l'ipotesi di una sua estradizione 'è
prematura' e potrebbe essere discussa 'in un secondo momento'. Da parte sua un portavoce
di una coalizione anti-taleban ha detto di ritenere responsabile degli attentati negli
Stati Uniti un «triangolo di interessi» che operano a partire dall'Afghanistan.
Secondo il portavoce, Abdul Basir Horak, che rappresenta il governo afghano in
esilio a Pechino, oltre ad Osama Bin Laden del 'triangolo' fanno parte lo spionaggio
militare del Pakistan e i Taleban, che ospitano bin Laden in Afghanistan. «Siamo molto
sorpresi che fino ad ora la comunità internazionale non abbia capito quale sia il vero
volto dell'internazionale del terrorismo», ha aggiunto il portavoce.
Frattanto i diplomatici che sono a Kabul per seguire il processo agli otto
volontari statunitensi, tedeschi ed australiani accusati di diffondere il cristianesimo in
Afghanistan sono rientrati in Pakistan con un volo delle Nazioni Unite. Con loro hanno
lasciato l' Afghanistan ottanta funzionari dell' Onu stessa e decine di volontari di
organizzazioni umanitarie.
(quotidiano.net)