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I terroristi

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trangolino.gif (131 byte) Usama Bin Laden

Bin Laden esulta, i Taleban tremano

Il miliardario terrorista loda "i coraggiosi attentatori". Ma i dirigenti della milizia islamica che controlla l'Afghanistan hanno paura della ritorsione americana: "Non bombardateci". E intanto inizia la grande fuga delle organizzazioni internazionali da Kabul

ISLAMABAD, 12 SETTEMBRE 2001 - I Taleban hanno paura. Nelle 24 ore trascorse dai terribili attentati che hanno sconvolto gli Stati Uniti, tre alti dirigenti della milizia che controlla l' Afghanistan hanno negato che il responsabile sia il loro 'ospite' Osama Bin Laden. Visibilmente scosso, sudando copiosamente, l'ambasciatore dei Taleban in Pakistan Abdul Salam Zaeef ha addirittura affermato che la milizia 'potrebbe considerare' l'ipotesi di espellerlo dal paese.


Da parte sua, Bin Laden, secondo un giornale pachistano, pur ringraziando Allah per quanto accaduto, avrebbe affermato di non aver 'nulla a che fare' con gli attentati di ieri negli Usa. «Queste azioni terroristiche sono state condotte da qualche gruppo americano», avrebbe aggiunto Bin Laden che però avrebbe poi lodato «i coraggiosi attentatori», secondo il giornale Khabrain.


La paura, a Kabul, è cominciata duranta la notte, quando un deposito di munizioni è esploso. Poi, bombe hanno colpito l' aeroporto, dal quale i Mig dei Taleban partono per bombardare le postazioni dell' opposizione, una settantina di chilometri a nordest della capitale. Testimoni hanno riferito all'Ansa che centinaia di persone si sono riversate nelle strade della capitale, abitualmente deserte dopo il tramonto, convinte che fosse l'inizio della rappresaglia americana.


Gli attacchi sono poi stati rivendicati dall'opposizione. «Si tratta di una rappresaglia per l'attentato a Massud», ha detto Bismillah Khan, uno dei comandanti delle forze dell'opposizione a nord di Kabul. Ahmad Shah Massud, l' indiscusso leader della fragile coalizione dei gruppi anti-Taleban, è stato ferito domenica scorsa in un attentato nel nord dell' Afghanistan. Organi d'informazione e servizi segreti occidentali ritengono che il popolare 'leone del Panshir', la regione in cui è nato, - che per vent'anni ha difeso con successo prima dagli attacchi degli invasori sovietici, poi da quelli dei Taleban - sia morto. I suoi uomini affermano invece che è solo ferito.


Ma la sorte di Massud è passata in secondo piano dopo gli attentati di New York e Washington. Prendendo la palla al balzo, i Taleban hanno subito lanciato un'offensiva a nord di Kabul, verso le posizioni dalle quali si controlla l'accesso al Panshir. Come la sorte di Massud, le vicende militari afghane sono state oscurate dagli avvenimenti di ieri. In serata i taleban hanno poi fatto sapere che eventuali attacchi di rappresaglia americani contro l'Afghanistan non sarebbero coronati da successo e servirebbero solo a diffondere maggiore odio per gli Usa nella regione.


L'ambasciatore dei Taleban in Pakistan ha detto che dovranno essere presentate e valutate le prove a carico di Bin Laden e che l'ipotesi di una sua estradizione 'è prematura' e potrebbe essere discussa 'in un secondo momento'. Da parte sua un portavoce di una coalizione anti-taleban ha detto di ritenere responsabile degli attentati negli Stati Uniti un «triangolo di interessi» che operano a partire dall'Afghanistan.


Secondo il portavoce, Abdul Basir Horak, che rappresenta il governo afghano in esilio a Pechino, oltre ad Osama Bin Laden del 'triangolo' fanno parte lo spionaggio militare del Pakistan e i Taleban, che ospitano bin Laden in Afghanistan. «Siamo molto sorpresi che fino ad ora la comunità internazionale non abbia capito quale sia il vero volto dell'internazionale del terrorismo», ha aggiunto il portavoce.


Frattanto i diplomatici che sono a Kabul per seguire il processo agli otto volontari statunitensi, tedeschi ed australiani accusati di diffondere il cristianesimo in Afghanistan sono rientrati in Pakistan con un volo delle Nazioni Unite. Con loro hanno lasciato l' Afghanistan ottanta funzionari dell' Onu stessa e decine di volontari di organizzazioni umanitarie.


(quotidiano.net)


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