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La questione afghana

trangolino.gif (131 byte) Un milione di afghani rischiano la fame

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Un esercito inerme quello del milione di afghani che rischiano la fame se il Programma alimentare mondiale (Pam) non riuscirà a tornare presto nel Paese e a riprendere gli aiuti. La settimana scorsa, infatti, i suoi operatori hanno dovuto lasciare l'Afghanistan - assieme a tutti gli altri rappresentanti delle Agenzie delle Nazioni Unite - di fronte al pericolo di ritorsioni statunitensi dopo gli attentati dell'11 settembre.

Un allarme lanciato anche dalla Fao, l'Organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, per una popolazione di 20 milioni di persone già stremata da venti anni di guerra e dalla recente carestia e che, per almeno un quarto, è oggi minacciata dalla mancanza di cibo.

Il Pam dispone in Pakistan di approvvigionamenti per nutrire 5 milioni e mezzo di persone, ma non è in grado di distribuirle nelle zone rurali dell'Afghanistan, colpite da una gravissima siccità e ora anche dalla crisi internazionale scatenata dalla presenza del fondamentalista Osama Bin Laden.

Un'offensiva militare degli Stati Uniti, secondo la Fao, renderebbe drammatica la situazione di milioni di afghani che dipendono soltanto dall'agricoltura per la loro sopravvivenza. "L'ultima volta che sono stato là", ha raccontato Khaled Mansour, responsabile del Pam per l'Afghanistan, "ho visto persone manciare locuste, foraggio ed erba".

E il problema alimentare non è il solo che pesa sulla testa degli afgani. Oggi l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Ruud Lubbers, ha chiesto ai paesi confinanti con l'Afghanistan di aprire le porte all'alto numero di profughi che già stanno uscendo dal Paese. Di fronte alla chiusura delle frontiere con l'Afghanistan da parte di tutti i paesi confinanti, Lubbers ha chiesto che invece si continui ad accogliere chi scappa e si offra loro protezione.

Per il responsabile dell'Unhcr, inoltre, sarà anche necessario costituire una 'coalizione umanitaria internazionale' che si faccia carico dell'esodo del popolo afghano. "Se deve esserci una coalizione militare - ha detto - dovrà esserci anche una coalizione umanitaria per dividersi il peso" delle conseguenze che potranno avere eventuali attacchi contro l'Afghanistan.

(la Repubblica, 20 settembre 2001)

 

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