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Terza
Guerra Mondiale?
I commandos americani
che colpiranno Bin Laden

1) I corpi speciali
navy seals
5mila uomini. Incursori di Marina usati in operazioni "coperte" con attacchi
in ambiente anfibio. Strutturati in piccole unità autosufficienti, capaci di resistere
settimane in terreno nemico
le squadre dei ranger
15 mila uomini. Il 75° reggimento rappresenta l'élite della fanteria d'assalto
Addestrati in modo specifico allo scontro corpo a corpo, alla guerriglia, e al
combattimento su terreni ostili
berretti verdi
4 mila uomini, solo un gradino sotto la Delta force Incursori parà specializzati
in operazioni d'attacco da terra e dall'aria. In grado di combattere oltre le linee
in completo isolamento
delta force
1.200 uomini selezionati tra i reparti d'élite dell'Us Army. Delta force è talmente
segreta che, ufficialmente, non figura nei ranghi delle Forze armate. Specializzati in
operazioni di guerriglia .
missioni segrete effettuate dalle truppe speciali americane
1983: Grenada
1991: Guerra del Golfo
1993: Waco, cattura di Escobar
1998: blitz in Kosovo
    
2) Parà e
marines
i marines in campo
Il corpo più raccontato e celebrato dall'epopea militare. Impiegato in tutte le campagne
belliche. Il 24° corpo di spedizione è salpato una settimana
fa per il Mediterraneo
i parà della 101°
"Screaming eagle", aquila urlante; la divisione dei parà con più decorazioni
nella storia militare Usa. Dallo sbarco in Normandia i suoi uomini son stati impiegati in
tutti i teatri bellici
i parà dell'82°: "I Diavoli"
Una delle più antiche divisioni di parà americani. Coperta di medaglie durante la
Seconda guerra mondiale. Presente su tutti i teatri d'operazione americani
    
3) come si preparano
A Fort Bragg, sede della Delta Force
Delta Force, pronti a uccidere
Così le forze speciali daranno la caccia ai terroristi
di CARLO BONINI e GIUSEPPE D'AVANZO
FORT BRAGG (North Carolina) - Steven Demetreus Cypres da Newport News, Virginia, si è
arruolato nell'Air Force alle 12.06 di domenica 23 settembre, al pianterreno dell'Eutaw
Shopping Center di Bragg boulevard a Fayetteville, North Carolina. Il "mall", a
quell'ora, è vuoto come una casa sgomberata. I soli spazi vivi sono i centri di
reclutamento dei Marines, dell' Aeronautica e dell'Esercito. Tre vetrine illuminate, tra
un negozio di jeans e un altro di elettrodomestici, che dalla mattina del 12 settembre
ricevono in media trenta visite al giorno.
Steven è un nero macilento, con una ricciuta peluria che gli incornicia la faccia
invecchiando i suoi ventuno anni. Riempie i sei moduli dell'Air Force pensoso, mentre
mangia patatine fritte che insaporisce nel ketchup.
ALLA fine della fatica burocratica, dice: "Ci pensavo da tempo e, dopo quello che è
successo alle Twin Towers, non ho avuto più dubbi. Ho il solo desiderio di servire il mio
Paese contro i suoi nemici, e non penso che tutti gli islamici lo siano. Alcuni di loro
vedono gli Stati Uniti come un potente fattore di interferenza negli affari di casa loro.
Credo che non si debba fare la guerra all'Islam, ma soltanto ai nemici degli Stati Uniti.
Purtroppo, non sono sicuro che andrà così". * * * Non sarà Steven Demetreus Cypres
a combattere questa guerra. E' sufficientemente chiaro chi e come la combatterà se si
ascoltano le parole di Donald Rumsfeld, il ministro della Difesa: "Abbiamo di fronte
un nemico che in tempi non convenzionali si muove in maniera non convenzionale. Bene. Gli
butteremo contro gente non convenzionale". Quelli che Rumsfeld chiama "gente non
convenzionale" possono essere definiti con maggior concretezza "i commandos
della guerra sporca". Sono le unità di élite dell'Esercito, della Marina,
dell'Aviazione, capaci di distruggere il nemico sul suo terreno in tempi estremamente
rapidi; uomini preparati a conquistare un villaggio in quindici minuti,
"prendere" un aeroporto in dodici, sequestrare un target in quattro. Questi
soldati si raccolgono in alcune "forze speciali" in un immaginario e sbilenco
rettangolo che è possibile disegnare intorno a quattro basi sul confine di tre Stati. A
Fort Bragg, Nord Carolina, con l'82esima divisione aviotrasportata dell'Esercito, ci sono
i Berretti Verdi e la Delta Force. A Fort Benning, Georgia, i Rangers. A Fort Campbell,
Kentucky, la mitica 101esima divisione aviotrasportata che conquistò le spiagge della
Normandia. A Camp Lejeune, i Marines e i Seals (sea air land teams). Sono questi uomini -
circa 45 mila - che combatteranno la guerra annunciata da Bush. Gli analisti del Pentagono
la immaginano così: Rangers e Berretti Verdi, durante la notte, vengono paracadutati in
Afghanistan, circondano un campo, lo proteggono da un attacco esterno. Contemporaneamente,
Ac130 dell'Airforce si levano in volo da dietro le montagne e preparano l'intervento della
Delta Force "spazzando" il terreno con proiettili di mitragliatrice grandi come
palle da baseball. Ora, dodici uomini con la faccia sporca di grasso nero si calano
nell'antro dove si nasconde Osama Bin Laden per sequestrarlo o finirlo come, a quel punto,
avranno già fatto per mesi con tutti i capi di Al Qaeda in Sudan, in Siria, in Cecenia,
nella valle della Bekaa in Libano, sui monti del Kashmir in Pakistan, a Kandahar nella
provincia di Helmand in Afghanistan. Come saranno individuati gli obiettivi è faccenda
della Cia, ed è un'altra storia. Ecco come sarà questa guerra. Dopo una prima rumorosa,
dolorosissima e spettacolare azione militare, raccontata per immagini dalla Cnn, la
battaglia diventerà muta, notturna, invisibile, segreta. Lo conferma Donald Rumsfeld:
"Faremo passi in avanti che saranno sotto gli occhi di tutti e passi in avanti che
non saranno mai visti. I nostri passi si muoveranno in modi diversi, in luoghi diversi, in
tempi diversi". Questa guerra fatta da assassini più che da soldati, o da soldati
programmati per diventare assassini, è in preparazione a Fort Bragg, Nord Carolina. * * *
Fort Bragg potrebbe essere un piacevole luogo per il corpo e lo spirito, se non fosse una
città di 50 mila soldati. Laghi, boschi, prati verdissimi si alternano in un paesaggio
che sembra disegnato da un artista in vena di malinconie romantiche e crepuscolari. Fort
Bragg oggi è già in guerra. In questo lunedì 24 settembre, vedi lunghi convogli
militari, truppe in addestramento che già vivono come in combattimento sotto le tende e
nei boschi, elicotteri che vanno e vengono dall'aeroporto. Check-point e cavalli di frisia
a ogni curva.... * * * I paracadutisti dell'82esima divisione aviotrasportata, i Berretti
Verdi, i Rangers possono muoversi in due ore dal momento dell'ordine. Vivono, si
addestrano, lavorano come se dovessero partire subito, ora. E, quando partono, hanno
l'autosufficienza per restare novanta giorni in zona di operazione senza aver bisogno né
di un cavo elettrico né di un bicchiere di latte. A Fort Bragg c'è chi si occuperà
delle loro mogli e delle loro cure quotidiane. L'ufficio legale amministrerà il conto in
banca e terrà d'occhio il mutuo. Se c'è da pagare gli alimenti alla moglie divorziata o
la retta scolastica ai ragazzi, saranno pagati. La moglie del comandante della divisione
convocherà periodiche riunioni del "family support" per verificare "lo
stress psicologico" di chi è rimasto a casa senza notizie. * * * Quando non è stato
in giro per il mondo a far la guerra, il mondo del sergente maggiore Cary White è stato
Fort Bragg. Cary è ora seduto nel bar della libreria Books-a-Millions al bivio che da
Fayetteville porta, dopo qualche miglio verso ovest, a Fort Bragg. "Per quel che ne
so io, tutte le guerre sono sporche, non ce n'è una meno sporca di un'altra. Tutte le
guerre che ho combattuto sono state sporche e inutili. Quella che comincia ora sarà la
più sporca di tutte, la combatteranno in luoghi che ignoreremo, contro uomini di cui non
conosciamo la vita e di cui non conosceremo la morte. Vedremo, alla fine, se sarà una
guerra inutile come le altre". Il sergente maggiore Cary White - un veterano del
Vietnam e del Golfo - ha la faccia buona (non c'è altro modo per dirlo). Cary è stanco
di guerre ed è felice di non farne mai più. Né questa, né un'altra. Dal 29 aprile, è
fuori da tutto. Dall'Esercito, dalla "sua" 82a divisione aviotrasportata. Fuori
anche dalla riserva attiva. Ha la faccia buona e gli occhi gentili e un sorriso che si
allarga spesso in una piega ironica e rassegnata anche quando parla delle sue guerre, il
Vietnam, Panama, Granada, Desert Storm, e di quella prossima ventura che si combatterà
chissà dove. "Noi avevamo un nemico visibile con una divisa e una bandiera. E una
linea del fronte che significava fuoco e morte. In questa guerra non c'è nulla di tutto
questo. E' questa la ragione per cui tocca a quelli là combatterla". * * * Quelli
là sono i 1200 uomini della Delta Force e neanche si vedono. Per il Pentagono, che non ne
ha mai confermato la costituzione, non esistono. Anche se da vent'anni li schiera in ogni
operazione "coperta". Brian Sutton, sergente di prima classe del Comando
Operazioni Speciali di Fort Bragg, dice: "La verità è che un reparto Delta non ci
risulta, e se anche esistesse noi non siamo tenuti a discuterne... ". Se vai a
cercare i "barracks" della Delta Force, trovi soltanto, in un angolo appartato
delle migliaia di ettari di bosco di Fort Bragg, un gran silenzio, una rete metallica, del
filo spinato, un corridoio di pini largo venti metri, un'altra rete metallica e, dietro
tutto questo, Dio solo sa che cosa. Dicono, ad esempio, che ci siano le strade e le case
di una città di cartapesta dove i Delta si addestrano alle "operazioni speciali in
aree urbane". Meglio comunque andar via da qui e ascoltare il consiglio di Cary:
"Se non hai l'autorizzazione ad avvicinarti a quella rete, fai bene a starne molto
lontano". I Delta Force, dicono, non sono come te li aspetti. Non hanno crani rasati
e la postura del militare e quel modo di scandire ogni frase concludendola con yessir,
sissignore. Non sono nemmeno tutti americani,a quanto pare, e potresti avere a che fare
con loro da Red Ruby's, all you can eat, il ristorante fuori della base. Magari sono come
quello che se ne sta laggiù a mangiare da solo il suo pollo fritto con i muscoli che gli
guizzano ad ogni movimento sotto la camicia larga e discreta, i capelli lunghi, l'aria
svagata, interessato - pare - a sentire soltanto del buon rock. Che magari può aiutarlo a
rilassarsi dall'addestramento e ora anche dai corsi di pashto e dari, i dialetti delle
vallate settentrionali dell'Afghanistan. Ogni anno, due volte all'anno, i Delta
selezionano, tra i migliori duecento uomini delle Forze armate degli Stati Uniti, i dodici
"nuovi arrivi" che affronteranno un addestramento diviso in due parti. Il primo
è fisico e psicologico. Il secondo, lo chiamano di "routine", prevede roba come
il lancio da un elicottero senza paracadute, la resistenza per settimane in un bosco senza
cibo e acqua, esercizi ripetuti fino alla nausea di combattimenti in "cornice
urbana". Ti spiegano che Delta combatte un nemico invisibile ai satelliti, in
battaglie che non hanno una prima linea: sono cacciatori che combattono di notte con
"metodi che sono lasciati all'immaginazione di chi li teme", ed è una frase che
raggriccia la pelle. Nel 1983 i Delta furono i primi a toccare Grenada, dopo essere stati
lanciati in mare nella notte, alcune miglia lontano dalla spiaggia. Nel 1991,
"lavorarono" nel Golfo Persico. Si lanciarono dietro le linee irachene per
disegnare la mappa completa delle batterie mobili degli Scud di Saddam. Le seguirono poi
passo passo nei loro spostamenti segnalandone la posizione ai caccia bombardieri. Nel '99,
i Delta furono l'unico reparto dell'Alleanza atlantica a entrare in Kosovo per mettere
fuori uso le batterie antiaeree dell'esercito di Slobodan Milosevic. A Waco, Texas, nel
1993, una loro squadra - erano in tre, uno "shooter", un "operator",
un "doorknocker", un cecchino, un tecnico, uno "sfondaporte" - fece un
massacro. Settantacinque morti della setta dei Davidiani. Eric Haney è stato nella Delta
Force. Nel 1980 soltanto per un fortunato soffio salvò la pelle nel disgraziato raid a
Teheran per la liberazione degli ostaggi americani. Gli chiedi se saranno i Delta ad
arrestare Osama Bin Laden. Risponde: "Fare arresti non è il mestiere della Delta
Force. Il mestiere della Delta Force è uccidere. Uccidere in un sol modo. Con un colpo al
collo. Perché ci hanno insegnato che tutto quel che è vitale per un uomo è nel
collo". Sarà così la nuova guerra? * * * Sarà così, ti dicono i Rangers a Fort
Benning, Georgia, e non sai dire se per rassegnazione o per desiderio. I Rangers sono il
primo gradino dell'"eccellenza" nell'arte della "guerra non
convenzionale". Sono squadre di incursori lanciati in territorio nemico prima di ogni
attacco. Terrorizzano l'avversario nel luogo in cui si ritiene più protetto. Il loro
mestiere, con un "tempo di mobilitazione" di 18 ore, è conquistare
"obiettivi strategici limitati", un campo, un aeroporto, un edificio, un centro
comunicazione. Il 3 ottobre del 1993 erano a Mogadiscio per sequestrare il "signore
della guerra" Mohamed Farah Aidid. Fecero 500 morti. Diciotto di loro furono uccisi,
settantatré feriti. John Marsh, il medico che li vide arrivare all'ospedale da campo,
l'ha raccontata così: "Era un incubo medioevale. Si tenevano con le mani gli arti
staccati. Si chiudevano le ferite stringendosi tra loro. Urlavano per il dolore, ma non li
ho mai visti mollare da qualche parte l'M16". A due di loro, i somali non
risparmiarono la profanazione. Il ranger Janes Smith, 19 anni, fu trascinato come un
trofeo, morto e nudo, per le strade di Mogadiscio appeso a una jeep. Jim, il padre di
Janes, confessò: "Di mio figlio non sapevo quasi niente. Non sapevo neanche che
fosse un ranger". Cary racconta: "Nell'82esima avevo due ragazzi che mi amavano
come un padre. Oggi li vedo gironzolare fuori della base di Fort Bragg e quando gli
chiedo: "Ehi, ragazzi, che fate qui?", mi rispondono: "Abbiamo dovuto
consegnare della posta". Io so che sono nelle unità speciali. E so che, se sei delle
unità speciali, non puoi raccontarlo nemmeno a tuo padre". * * * Lungo la statale
24, che da Fort Bragg conduce a Camp Lejeune, dove si addestrano i Marines e i Seals,
incontri ogni dieci miglia un convoglio militare. Sembra la Bosnia, è il Nord Carolina.
Nel 1991, i sea air land teams "esfiltrarono" il generale Aristide dall'isola di
Haiti. Nel dicembre '93, i Seals, dopo due anni di indagine della Cia, andarono nella
Sierra colombiana all'assalto del padrone del "cartello di Medellin", Pablo
Escobar. Lo stanarono, uccisero i trecento narcotraficantes che lo proteggevano.
Lasciarono che a finire Pablo fossero i colombiani. I Seals sono già partiti. E con loro
i Marines di Camp Lejeune. Il 24esimo corpo di spedizione, il 20 settembre, ha preso il
largo verso il Mediterraneo. Ha lasciato le paludi di Atlantic beach, i panini al pollo di
Andy's e i bar di Cedar Point che sono ora deserti. Come semideserta è la pista della
base Pope all'interno di Fort Bragg, dove abitualmente stazionano decine di Hercules C130,
aerei cargo per il trasporto di mezzi e materiali. Alla base di Camp Lejeune, Nord
Carolina, dicono che "quelli del 24esimo sono nel Mediterraneo in attesa di
istruzioni". Le darà lo Special operations command. Il quartiere generale è a Fort
Bragg in uno scrostato e modestissimo parallelepipedo bianco di tre piani. E' qui che il
generale Charles R. Holland, comandante in capo delle Operazioni speciali, riceverà dalla
Casa Bianca la telefonata del Capo di stato maggiore della Difesa Henry Shelton. Da quel
momento, in due ore, Delta Force, Berretti Verdi, Rangers, Seals potranno cominciare la
loro "guerra sporca". * * * Cary White, al bar di Book-a-Millions, finalmente
accetta di ordinare un caffè. "Sapete, spesso mi sorprendo di quanto poco ho
imparato dalla guerra. Quando sei lì, pensi soltanto a salvare la pelle: non ti interessa
altro. Quando ne sei fuori, pensi soltanto a dimenticare quel che hai visto. Finisce così
che non hai, non vuoi avere opinioni. Vuoi soltanto cancellare, cancellare, cancellare
quei giorni e quell'incubo. Così, anche se la guerra è stato il mio mestiere, io non so
dire oggi se quel che sta cominciando abbia un senso. Dopo tanti anni in divisa, sono
stufo delle giaculatorie sulla nostra potenza e sulla nostra determinazione. Eravamo
potenti in Vietnam: è finita come è finita. Eravamo determinati nel Golfo Persico e
Saddam è ancora a Baghdad. Io sono un veterano di guerre inutili, in fondo. So però che
qualcosa oggi bisogna fare. Questo nostro sentimento nazionale di dolore e di rancore -
vedete lì le bandiere alle finestre, sulle auto e addirittura in miniatura sui french
toast - va incanalato da qualche parte contro i nemici veri, prima che si allarghi e
diventi odio per l'Islam e per tutti gli islamici. Ho capito in un ristorante di Teheran
perché ci odiano: gli uomini da una parte, le donne dall'altra, gli era negato uno
sguardo o stringersi la mano. Erano prigionieri e io ero libero. Libero di dire quel che
pensavo, libero di andare dove mi pareva, libero di amare. Può essere molto duro vedere
da lontano, senza toccarla mai, quella libertà. C'è chi prende ad ammirarla, e sono i
più. Chi a odiarla, e sono i nostri nemici. Quale che sia questa sporca guerra, io mi
chiedo se riusciremo a distinguere gli uni dagli altri". Ha collaborato Riccardo
Staglianò
(la Repubblica, 26 settembre 2001)
per approfondire:
Corpi
speciali Usa e armamenti (virgilio.it)
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