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Vertice Ue verso la grande coalizione
Il comandante Nato: questa guerra sarà lunga e costerà
vittime


di Pietro Veronese

BRUXELLES - Il comandante militare della Nato promette
ai suoi uomini lacrime e sangue. La guerra sarà lunga, sarà
dura e costerà vittime. Non sarà una marcia trionfale come in
Iraq nel ‘91; non sarà una danza di aerei nei cieli, come in
Kosovo nel ‘99. Quella contro l'Internazionale del terrore
sarà una guerra con i morti e i body bag e le famiglie in lutto.
Il generale americano Joseph Ralston ha il suo comando in
Belgio, ma ieri era a Vienna per delle importanti manovre
congiunte. Ha parlato da militare, senza giri di parole e senza
eufemismi. «Dobbiamo renderci conto che non sarà
un'operazione priva di rischi», ha detto. «Questo è un aspetto
inevitabile di ogni azione militare. Non possiamo metterci in
testa che si tratterà di una operazione a zero vittime.
Abbiamo una missione da compiere: adotteremo tutte le
precauzioni per proteggere i nostri uomini al meglio delle
nostre possibilità, ma la missione andrà avanti e
conseguiremo gli obbiettivi che ci siamo prefissati». Ralston,
che è anche il comandante in capo delle forze Usa in Europa
(circa 115 mila uomini), intendeva riferirsi ai suoi soldati,
quelli che hanno la bandiera a stelle e strisce cucita
sull'uniforme. Ma la profezia deve intendersi rivolta a tutti
quei paesi alleati che vedranno impegnate, a vario titolo, le
loro truppe.
Queste dichiarazioni, a prima vista scontate, sono invece
sorprendenti perché sia nella guerra del Golfo che in quella
del Kosovo la dottrina militare americana si era basata sulla
nozione delle «perdite zero». Le affermazioni di Ralston
rivelano che i vertici militari americani sono consapevoli di
doversi presto avventurare in un territorio sconosciuto, in un
conflitto la cui esatta natura non è stata né prevista né
studiata. Poi è venuto il secondo ammonimento: ci vorrà del
tempo. «La gente non deve aspettarsi che il problema venga
risolto con un unico attacco. La comunità internazionale ha
davanti a sé la prospettiva di uno sforzo prolungato nell'arco
di un ampio periodo di tempo». Infine il generale ha
confermato quello che già si era sentito in questi giorni dai
vertici politici americani, e cioè che il terreno militare sarà
soltanto uno di quelli su cui questa guerra inedita verrà
combattuta: «Stiamo parlando anche di un impegno
economico, politico e diplomatico», ha detto.
Il generale ha anche risposto con molta fermezza a chi gli
chiedeva se non giudicasse insufficiente il sostegno di alcuni
governi dei paesi Nato: «Lasciatemelo dire con la massima
chiarezza, non sono in alcun modo deluso per il sostegno che
ci è stato offerto dagli alleati atlantici. Non posso che elogiare
i membri dell'Alleanza e gli altri componenti dell'Unione
europea, i quali si sono fatti avanti proponendo un appoggio
del tutto concreto».
Tra oggi e domani sarà infatti un andare e venire di leader
europei tra le due sponde dell'Atlantico. Dopo il francese
Chirac con il suo ministro degli Esteri Vedrine, che è stato il
primo, sarà la volta del britannico Blair. Seguiranno i ministri
degli Esteri tedesco Fischer e italiano Ruggiero. Infine,
giovedì, sarà a Washington la troika europea composta dal
ministro degli Esteri belga Michel e dai due responsabili della
politica estera dell'Unione, lo spagnolo Solana e il britannico
Patten. Se si aggiungono i notabili asiatici che affollano in
queste ore la Casa Bianca, a cominciare dalla presidente
dell'Indonesia (il più popoloso paese musulmano del mondo),
si tratta davvero di un'attività diplomatica senza precedenti.
All'immediato orizzonte c'è il vertice europeo straordinario di
venerdì sera a Bruxelles. Ci saranno i capi di Stato e di
governo e i ministri degli Esteri. Già da ieri si lavora al testo
della dichiarazione congiunta. Sapremo venerdì se questo
testo esprimerà un sostegno incondizionato all'America,
oppure se conterrà quegli inviti alla prudenza e al sangue
freddo nella risposta militare che si sono levati da molte parti
(Ruggiero, Michel, lo stesso Blair).

(la Repubblica, 19 settembre 2001)

 

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