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Tangentopoli e il crollo dei partiti

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pallanimred.gif (323 byte) La storia di Mani Pulite di Gherardo Colombo (corriere.it)

pallanimred.gif (323 byte) Bibliografia Tangentopoli

pallanimred.gif (323 byte) Cronologia Tangentopoli 1992-2001

Il 1992 può essere individuato come il punto conclusivo della storia del "sistema dei partiti" o della "prima repubblica". Le elezioni del 5 aprile decretano la bocciatura netta di tutti i tradizionali partiti di governo. È il segno che una forte richiesta di rinnovamento della prassi politica pervade la massa dell’elettorato, ma ancora non ci sono soggetti nuovi, capaci di sostituirsi legittimamente ai vecchi partiti. E’ iniziato, però, un processo di trasformazione che, da destra a sinistra, riguarda tutti: dopo il crollo del Muro di Berlino (1989) il PCI di Occhetto è diventato Partito democratico della sinistra (Pds) e con questa nuova veste inizia la corsa al governo del Paese mentre dalla sua ala sinistra si stacca il gruppo di Rifondazione Comunista; esplode il fenomeno della Lega Nord, che sotto la bandiera dell’antimeridionalismo cela una più generale intolleranza del nord ricco verso le disfunzioni del sistema politico-amministrativo; la Dc, travolta dagli scandali per la corruzione dilagante nel paese, compie, con Martinazzoli, un ultimo tentativo di sopravvivenza riassumendo l’antico nome di Partito Popolare; il Psi scompare; il vecchio Msi, con il congresso di Fiuggi, diventa Alleanza Nazionale, sotto la guida di Gianfranco Fini.

Sullo sfondo di questi rivolgimenti, ci sono gli scandali di quella che è stata definita "tangentopoli", cioè una serie di inchieste e processi, partita il 17 febbraio del 1992 con l'arresto di Mario Chiesa, prima ad opera della procura di Milano, poi via via in tutta Italia, che fanno luce sul sistema della corruzione che per decenni ha dominato incontrastato larga parte della prassi politica italiana.

Tangentopoli, però, rappresenta solo la classica goccia che fa traboccare il vaso. Le motivazioni profonde della crisi e del crollo del sistema dei partiti, infatti, hanno cause profonde - sia interne, sia legate al contesto internazionale – ed origini lontane, che risalgono almeno alla fine degli anni Settanta.

Nel mondo cattolico è in atto un processo di profonda distinzione fra religione e politica, iniziato con papa Giovanni XXIII e proseguito con Paolo VI, fino a toccare l’apice con Giovanni Paolo II, il papa polacco orientato più verso i grandi temi della politica internazionale che verso quelli interni italiani. La Dc, inoltre, deve anche districarsi tra due richieste assolutamente inconciliabili: da un lato la disaffezione di una larga fetta dell’elettorato verso il sistema della corruzione di cui la Dc, stessa al governo per cinquant’anni, è vista come la principale responsabile; dall’altro l’opposizione a qualunque forma di moralizzazione del sistema da parte dei ceti clientelari che da questo sistema hanno tratto considerevoli vantaggi.

Il PCI, invece, è incapace di soddisfare le esigenze dei più giovani poiché le sue strutture, il suo linguaggio, i modelli di riferimento, il modo di intendere e fare la politica sono ormai obsoleti e inadeguati a fronteggiare i problemi cui sono sensibili le nuove generazioni. Non è agevole, cioè, trovare risposte politiche convincenti ai problemi ambientali, o a quelli legati all’energia atomica, pescando nel proprio bagaglio culturale ed ideologico che si è venuto formando in un mondo del tutto diverso da quello attuale. Lo stesso concetto di antifascismo, che era stato un formidabile strumento anche elettorale, viene fatto oggetto di un primo tentativo di analisi sul piano storiografico e quindi revisionato.

Il sistema politico italiano subisce anche gli effetti collaterali del terremoto che ha sconvolto lo scenario internazionale. Gli equilibri che tengono in piedi il regime dei partiti, infatti, hanno ragione di esistere solo all’interno di un certo contesto internazionale, caratterizzato dalla guerra fredda, dal bipolarismo a livello planetario tra due superpotenze e dal loro contrastarsi anche sul piano culturale ed ideologico. Ma la fine del secolo segna anche la morte delle ideologie: crolla il comunismo e i regimi che ad esso si ispirano. Inoltre il processo di integrazione europea giunge ad una fase decisiva. In questa mutata situazione internazionale, le condizioni su cui il sistema italiano si è retto, vengono improvvisamente meno. In parole povere - tanto per semplificare il discorso e porre l’accento su di uno dei suoi aspetti - non essendoci più la paura del comunismo, viene meno anche la necessità, avvertita da una larga fetta di elettorato, di far confluire i voti sulla DC baluardo contro il pericolo rosso.

Crollato il sistema dei partiti, si apre una lunga fase di transizione, anche grazie ai referendum promossi da Mario Segni, da Occhetto e dai radicali (18 aprile 1993), che introducono il sistema maggioritario (anche se il Parlamento vara una nuova legge elettorale mista, conservando il 25% di quota proporzionale).

 

info.gif (232 byte) per saperne di più:

pallanimred.gif (323 byte) Dieci anni di Mani pulite (manipulite.it)

pallanimred.gif (323 byte) Tangentopoli (misterid'italia)

pallanimred.gif (323 byte) Speciale su Tangentopoli. Vincitori e Vinti (l'espresso on line)

pallanimred.gif (323 byte) 17 gennaio 1992: nasce Tangentopoli (cronologia.it)

pallanimred.gif (323 byte) Per non dimenticare Tangentopoli Cronistoria dell'inchiesta, a cura di Marco Travaglio

pallanimred.gif (323 byte) L'Italia repubblicana Analisi e sintesi della storia dell'Italia repubblicana: elezioni politiche, governi, parlamento, corte costituzionale, presidente della repubblica, costituzione e partiti.

 

 

   

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