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Il movimento dei "girotondi"

Ecco il vademecum della sinistra fai-da-te

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La primavera dei movimenti: speciale Micromega

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E' nato un nuovo movimento, lo ripetono tutti. Nuovi leader, nuove parole d’ordine e una miriade di incontri grandi e piccoli. Un'altra opposizione è possibile. Ecco una breve guida per non perdere l’orientamento.

Gruppi e leader. A Milano ci sono le Girandole di Simona Peverelli e delle sue amiche: si sono unite per raccogliere le firme contro l’eliminazione delle scorte per i magistrati e si sono ritrovate ad organizzare il Palavobis. Accanto a loro, una presenza radicata da anni: Nando dalla Chiesa e i circoli di Società Civile.

A Torino c’è il club “Altera” di Nicola Tranfaglia e Gianni Vattimo. A Bologna il gruppo “La Sveglia 6 e 30” di Federico Enriques e Stefano Benni, “Giustizia e Costituzione” animato da Francesco Berti, Federico Stame e Marco De Marinis, e “Citoyens” del filosofo Stefano Bonaga.

A Firenze c’è il comitato universitario: promotori, un gruppo di studenti, lo storico Paul Ginsborg e il geologo Francesco “Pancho” Pardi. A Roma ci sono le ragazze del Girotondo Marina Astrologo e Silvia Bonucci con la loro amica milanese Daria Colombo.

A Napoli il gruppo Esserci (Domenico Silvestri, Alfredo Laudiero, Rossella Ciocca). A Palermo i “neoprimaveristi” dell’economista Mario Centorrino e del giurista Giovanni Fiandaca. A Cagliari il gruppo “Noi siamo la sinistra. 25 aprile ’45”.

Gli slogan. "Un'altra opposizione è possibile". L’appello di Francesco Saverio Borrelli «Resistere resistere resistere», in primo luogo. «No alla manipolazione delle parole della politica» dei giuristi napoletani. E poi il ritornello sperimentato per la prima volta al Palazzaccio: «Giro-giro-tondo abbiamo toccato il fondo».

Il look. Per le manifestazioni di piazza magliette bianche con la scritta: «La giustizia è uguale per tutti» o con il simbolo del girotondo. Per convegni, dibattiti televisivi e confronti politici, molto apprezzato l’impeccabile stile “maniche di camicia” esibito dal professor Ginsborg in tv con Piero Fassino e durante il dibattito a Firenze con Massimo D’Alema.

I simboli. Un tulipano arancione per il Movimento per la legalità del Palavobis. Una sveglia per gli ulivisti di Bologna. Un cerchio colorato per i girotondini romani. Nessun segno di riconoscimento per i professori fiorentini.

I siti internet. Il più frequentato è www.manipulite.it. Curato dal calabrese Giovanni Pecora e aperto una settimana prima dell’incontro del Palavobis ha raggiunto una media di oltre centomila contatti giornalieri. E poi www.societacivile.it, www.italiademocratica.it e infine quello del movimento www.democrazialegalita.it.

E-mail. I girotondi possono contare su una casella di posta elettronica: girotondo@hotmail.com. Molto frequentata.

Gli appuntamenti. Il primo raduno nazionale è stato il 10 marzo 2002: girotondi in contemporanea attorno alle sedi regionali della Rai. Il 23 marzo la manifestazione nazionale della Cgil. Tra queste due date, tanti incontri locali.

Il libro. “L’odore dei soldi” di Marco Travaglio e Elio Veltri.
Il programma televisivo. “Sciuscià” di Michele Santoro.

Gli intellettuali. Nanni Moretti, ovviamente. E poi, in prima linea, il premio Nobel Dario Fo, l’attrice Sabina Guzzanti, gli scrittori Antonio Tabucchi e Andrea Camilleri, il musicista Nicola Piovani, il cantautore Roberto Vecchioni, Moni Ovadia, don Luigi Ciotti di “Libera”. E il direttore di Raidue Carlo Freccero.

(da L'Espresso, 7 marzo 2002)

 

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